★★★ THIS IS ELVIS ★★★

Mostra di oggetti appartenuti a Elvis - Renon Bz

Il 31 agosto 2013 ho avuto modo di visitare la mostra itinerante dedicata a Elvis, e soprattutto di toccare con mano la sua Cadillac! Qui di seguito una serie di foto ricordo. 








































































































Without Him

         



Without Him
Words & Music: Mylon LeFevre
Recorded: 1966/05/27, first released on "How Great Thou Art"
Traduzione di vali/g52

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Originariamente incisa da The LeFevres nel 1963

Mylon LeFevre scrisse questo pezzo quando aveva 17 anni. Il gruppo gospel con cui cantava Mylon, i LeFevres, incisero la canzone su LP "Without Him" su etichetta Sing (Sing MFLP 3210), rpobabilmentenel 1963. Mylon cantò questa canzone anche al Gospel Quartet Convention in Memphis, dove ascoltata da Elvis Presley, decise di inciderla pure lui. Mylon diventò una rock star, con la sua band, che si chiamava Atlanta Rhythm Section. Megli anni ’70, vendette milioni di dischi. Mylon visse, al massimo, una vita di sesso, droga e rock'n'rol. Nel 1973, facendosi un’overdose di eroina, rischiò di morire. Più tardi lasciò la vita rock e formò un gruppo gospel moderno, Broken Heart, che fece tours per tutto il 1980.

Where Do I Go From Here



Where Do I Go From Here 
Words & Music: Paul Williams 
Recorded: 1972/03/27, first released on "Elvis (Fool)"
Traduzione di Vali/g52

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Originariamente incisa da Paul Williams nel 1971


Lo scrittore John Williams incise lui stesso questo pezzo, che, per la prima volta, venne emesso sul suo LP "Life Goes On", pubblicato da A&M nel 1972 (SP4367). Il brano riapparve nel 1974, nel film di Clint Eastwood "Thunderbolt and Lightfoot."

ELVIS: WHAT HAPPENED?



Fonte: http://www.elvis-friends.it/EP_WORLD/MEMORIES/ep_memories_happened.htm

ELVIS: WHAT HAPPENED?

Le Guardie del Corpo Vuotano il Sacco


Quattro giorni prima della scomparsa di Elvis Presley apparve in edicola un libro in edizione economica con un titolo interrogativo:


ELVIS WHAT HAPPENED? che letteralmente vorrebbe dire “Elvis, cosa è accaduto?”

Questo libro scritto dall'australiano S.Dunleavy della World News Corporation dell'editore R. Murdoch, contiene le confessioni di tre ex guardie del corpo di Elvis.


Si tratta di Red West, un amico di Elvis dai banchi di scuola, un tipaccio grande e grosso dai capelli rossi, estremamente permaloso, sempre pronto alla rissa.
Ha partecipato come comparsa in diversi films di Elvis, sempre nella parte del cattivo, e lo si può ben notare nel video Aloha from Hawaii, sulla jeep che accompagna Elvis con una giacca a righe sgargianti.
Ultimamente spesso lo si vede in telefilms famosi negli States, in interpretazioni secondarie, (telefilms fra cui T.J.Hooker, A-Team o Professione pericolo).
Forse fra i tre è quello che dopo il licenziamento dall'entourage di Elvis, se l'è cavata meglio.
Sonny West, cugino di Red, bel ragazzo anch'egli ben piazzato, stessa mania per le scazzottate, come carattere un po' più viscido e fra i tre il più vendicativo nei confronti di Elvis ed infine Dave Hebler esperto e profondo conoscitore di arti marziali, naturalmente maestro di Karate, pratica sportiva amata alla follia da Elvis.
Questi tre furono membri influenti della "Mafia di Memphis", quel gruppo che per anni ha attorniato Elvis dal suo congedo dall'esercito avvenuto nel 1960.
Il pretesto che giustificava il loro licenziamento nel Luglio del 1976 da parte di Vernon Presley, padre di Elvis fu "una riduzione delle spese" e questo fu difficile da accettare soprattutto per i due cugini West che servirono Elvis e famiglia rispettivamente per 20 anni (Red) e 16 (Sonny).
Per minor tempo rimase in lista paga Dave, solo 3 anni.
Il libro tascabile, alla portata di tutti, apparve presso la Ballantine Books ed era farcito di precisazioni ed aneddoti riguardanti la presunta storia di droga che Elvis aveva dal periodo del servizio militare in Germania.
Secondo le indicazioni dei tre, Elvis avrebbe fatto un uso eccessivo tanto di eccitanti quanto di calmanti nel corso della sua carriera, si racconta anche l'episodio in cui Elvis provò l'LSD (successivamente confermato nell'85 dalla moglie Priscilla Beaulieu Presley nel libro "Elvis and me" )
Infine per rendere ancor più interessante il tutto si racconta di un incidente avuto con una fan finito in modo drammatico.
Il libro inoltre svela la mania che Elvis aveva per le armi di piccolo e grosso calibro, la passione per i distintivi dei corpi di polizia di mezza America, e la fobica paura di essere sempre al centro di un attentato.
Altre storie più o meno interessanti vengono narrate, per esempio la dimostrazione del suo disprezzo nei confronti dei cantanti suoi colleghi concorrenti (uno dei tanti strani e leggendari episodi raccontati è quello in cui Elvis dopo aver assistito all'esibizione del cantante Robert Goulet; tanto fu il suo disappunto che prese a revolverate la serie di televisori che trasmettevano lo show).
Altra passione o mania che dir si voglia, era il suo fascino di fronte alla morte.
Elvis si sarebbe introdotto più volte con degli amici in una camera mortuaria ed avrebbe fatto un corso sui processi di imbalsamazione servendosi di cadaveri.
Tutto ciò a mio avviso estremamente poco credibile, ma comunque di ben poco interesse, se vogliamo paragonarlo al ben più interessante lavoro intrapreso da Elvis in sala di registrazione nel corso degli anni.
Altro punto focale del libro redatto da Dunleavy, su suggerimento dei tre sfortunati dipendenti della famiglia Presley, è il discorso contorto dei desideri sessuali di Elvis, prima , durante , e dopo il suo matrimonio con Priscilla.
Infine (per concludere in gloria) il libro ritrae Elvis, uomo geloso, distrutto dai rimorsi, nei confronti del matrimonio fallito, ed infine perfido mandante di spietati killers a sangue freddo, per l'assassinio del karateca Mike Stone, prima amico di Elvis, poi diventato amante di sua moglie, assassinio che non sarebbe mai avvenuto.
La stampa naturalmente s'impossessò immediatamente delle notizie più interessanti riguardanti il rapporto che Elvis avrebbe avuto con la droga, questo anche perché nel corso degli anni e della carriera di Elvis Presley non fu mai al centro di episodi così negativi che lo riguardavano così intimamente.
Dunleavy apparve in diverse trasmissioni televisive di informazione e a tavole rotonde e più volte calcò la mano sul problema che Elvis aveva con i farmaci , e spesso utilizzava in pubblico appellativi poco educati (suggeriti fra l'altro da Sonny West) nomignoli del tipo di "farmacia ambulante".
D'altro canto c'era comunque gente che non voleva credere a tali notizie, per esempio un certo Geraldo Rivera, animatore di una nota emittente televisiva, negò la veridicità delle notizie scritte nel libro, affermando d'aver incontrato Elvis di persona nel 1973 a Portland nell'Oregon e che non era certamente nel modo più assoluto sotto l'effetto della droga.
Alla resa dei conti ci si chiedeva se Elvis fosse stato irritato dall'uscita del libro, del resto nel testo si citava Elvis che si diceva del tutto indifferente alla cosa, ma Sonny West ribadì tale atteggiamento poco veritiero confidando alla famosa rivista Rolling Stone che un detective privato che lavorava per lui, gli propose un accomodamento.
Sembrerebbe che chi al tempo si occupava di Elvis avesse intenzione di scoraggiare l'autore a scrivere il libro e si vociferava di un risarcimento visto che al momento del licenziamento i tre ebbero un preavviso di soli tre giorni ed il salario di una settimana.
In seguito al rumoreggiare dell'opinione pubblica le tre ex guardie del corpo convocarono una conferenza stampa negli uffici del loro avvocato a Beverly Hills Red West divenuto un attore nella serie televisiva “Baa Baa Black Sheep”, si trovava sul set e non vi partecipò.
Nella conferenza ribadirono più volte che non vennero spinti dal rancore o dalla rabbia o per sfruttare Elvis , scrivendo questo libro , ma bensì da altre nobili motivazioni.
"Noi abbiamo solo idee positive in testa" disse Hebler, West dal canto suo si dolse che la stampa insistesse tanto sulle rivelazioni fatte riguardo alla droga, e biasimò Dunleavy che aveva raccolto le loro confessioni, e le aveva tramutate in un unica storia di droga e depravazione.
Sempre secondo West la vera motivazione del libro era il raccontare tutta l'ammirazione ed il rispetto che avevano i tre nei confronti di Elvis.
Un'analisi più accurata del libro mostra comunque non di meno che questo ha delle informazioni sulla droga in almeno 9 dei 22 capitoli , altri capitoli relazionano degli incidenti violenti, altri invece raccolgono informazioni biografiche e degli aneddoti nei quali la generosità largamente elargita da Presley di fronte ai suoi amici o a degli estranei, come il suo attaccamento per la madre defunta Gladys appaiono chiaramente.
Ma molte di queste note che esprimono "l'attaccamento e l'ammirazione" sono in relazione con delle immagini negative di Presley vedi per esempio le spedizioni punitive nei confronti di Mike Stone e così via dicendo.
Un altro esempio: "Ho riso molto con Elvis, ci siamo spesso divertiti molto“ dice Red “ma ho vissuto anche dei brutti momenti con lui. Elvis è cambiato in modo disgraziato, durante tutti questi anni........ma ho imparato ad amare questo figlio di cane e malgrado tutto può darsi che lo ami ancora ...."
West e Hebler apparentemente scossi dalla morte di Presley, dopo la dipartita del cantante non manifestarono alcun interesse per ciò che concerneva la vendita del libro.
Il venerdì 19 agosto 1977 , Ballantine annunciò che una delle grandi catene di magazzini ne aveva ordinate due milioni di copie!
La World News Corporation fece con loro un accordo che West spiegò come "un contratto esclusivo stipulante" per il quale Red disse: “noi non parleremo di questo affare con nessuno per due anni, a meno di essere arrivati ad un altro accordo".
Nello stesso tempo la National Star e il New York Post di R. Murdoch pubblicarono degli estratti del libro.
Ma durante la conferenza stampa, i reporters, la maggior venuti dalla televisione ebbero diritto a delle pubblicazioni del Ballantine ed un agente letterario disse che sperava che essi potessero presto intrattenersi individualmente con persone della stampa:"Ciò non potrà che aiutare il libro", spiegò. 


LA CONFERENZA STAMPA

Sonny: Abbiamo deciso di organizzare questa conferenza stampa in quanto abbiamo letto un certo numero di fatti sul resoconto fatto di questo libro che non ci sono piaciuti; noi oggi vogliamo presentare nuovamente il libro sotto la sua vera luce, e spiegare gli avvenimenti come realmente sono avvenuti.
 
Press: Come appaiono allora le cose sotto la loro vera luce?

Sonny: La verità è che noi abbiamo amato quest'uomo, è la pura verità. Vi dico che nessuno può essere più scosso per la morte di Elvis di me, e lo penso dal più profondo del cuore. Abbiamo cominciato a scrivere questo libro un anno fa, ed era già pronto, non abbiamo aspettato la sua morte per pubblicarlo.

Press: Ebbene, se avete realmente amato quest'uomo perchè avete deciso di esporre tutte quelle notizie e renderle accessibili all'opinione pubblica?

Sonny: Beh! se voi provate a leggere il libro, vi accorgerete che questa storia della droga non è la più importante, ma bensì, le cose che abbiamo vissuto assieme, i bei momenti che abbiamo avuto in comune ed il modo in cui noi (che gli eravamo più vicini) bbiamo risentito per il cambiamento dovuto agli psicofarmaci, quando queste droghe lo hanno trasformato in una persona totalmente differente. Da quando lo conosco Elvis per far fronte a se stesso ha sempre avuto bisogno di una provocazione. Lo fece nel 1973 quando il suo peso era diventato un problema. Doveva fare uno show trasmesso via satellite in 25 paesi, un miliardo di telespettatori, cominciò una dieta e scese intorno ai 75 Kg era nella nella miglior forma, tale quale non era mai stato da parecchio tempo. Fece uno show alla dinamite poi fece marcia indietro e continuò come prima. Egli amava apparire sulla scena, ma durante tutto questo tempo non mise piede su una scena.Io penso che l'uomo era semplicemente disincantato e che in fondo volesse fare qualcosa di completamente differente. Acquistò delle cose pazze e dei giocattoli , come ad esempio dei tricicli per girare per Memphis anche per solo un'ora o qualcosa di simile, giusto per uscire. Penso che quest'uomo vivesse in barriere strette,poteva trovarsi nel bel mezzo di una folla ed essere solo. Era uno degli uomini più soli che abbia mai conosciuto nella mia vita. Noi provavamo ad essergli vicino, a proteggerlo e volevamo vederlo sempre felice il più possibile. Giuro su Dio che è quello che volevamo!

Press: Sonny, voi dite che non potete capire perchè ha fatto quello che ha fatto. Che volete dire? 

Sonny: Perchè si è drogato? Presumo per noia. 

Press: Di quali droghe si parla di fatto?

Sonny: Parliamo di eccitanti e di calmanti, di sonniferi, di cose come il Demerol.

Press: Consumava droghe in modo costante?

Sonny: Non faceva che ricominciare e smettere. Dopo un contratto a Las Vegas non poteva nei primi giorni far altro che prendere dei sonniferi e degli eccitanti e tutte quelle cose. I primi due giorni egli era completamente sotto l'effetto del Demerol era seduto e non riusciva neppure ad aprire gli occhi.

Press: Da quanto tempo faceva uso di quelle droghe?

Sonny: Lui stesso ci ha detto che un sergente in Germania gli ha dato della benzedrina e della dexedrina per la prima volta quando faceva le manovre nella neve al freddo, costui non voleva che i suoi ragazzi si addormentassero e si congelassero. Quando tornò in patria ed io cominciai a lavorare per lui nel 1960 egli era appassionato di Karatè. Aveva imparato questo sport da combattimento sotto le armi, ed io facevo da sparring partner, egli cominciò a mangiare molto, iniziammo a girare films giocavamo a Conejo con 38° al sole ed ilo regista non capiva come facessimo, erano gli eccitanti.
Press: Pensate che la morte di Elvis sia dovuta a morte naturale o ad un'overdose?
Sonny: Non lo so, ma suppongo che l'uno ha tirato l'altro. Non sono un medico, ma presumo che ciò porta ad una distruzione fisica se qualcuno prende per un discreto periodo di tempo , una buona dose di medicine.

Press: Ci sono dei rapporti che dicono she egli non facesse solo uso di cocaina ma anche di altre cose ancora più pesanti.

Sonny: No, no lo giuro su Dio che non l'ho mai visto prendere dell'eroina. Mai. Credo che ne avesse troppa paura .Si sentiva manipolato in un certo modo , ciò lo portò ai calmanti. Quando vedeva i suoi films si rammaricava del fatto che sulla scena parlava troppo in fretta, la cinepresa così impersonale lo bloccava, mentre invece dal vivo tutto funzionava vecchio mio. In fondo era un timido ed io penso che abbia cominciato con quegli espedienti perchè gli davano della sicurezza.

Press: Ha mai preso delle droghe illegali?

Sonny: No i soli farmaci di cui io sia venuto a conoscenza li otteneva su ordinazione medica, ma in tali quantità, Cristo aveva tante di quelle medicine!..............

Press: E come arrivò alla cocaina?

Sonny: La cocaina faceva parte delle medicine. Nel libro si racconta di un episodio nel quale mio cugino Red ha tentato di far finire questa storia rompendo se non sbaglio un dito di un piede a Joe, cercando di fargli paura. Quando Elvis lo venne a sapere convocò mio cugino e Joe in una camera dell'Hotel dove alloggiavamo (eravamo on tour) e disse che da quel momento situazioni simili non sarebbero più dovute accadere, poi si rivolse a Red e disse non lo dimenticherò mai, ne ho bisogno vecchio mio ne ho bisogno!!!! Il fatto grave era che tentarono di tagliare la cocaina con della polvere di Borax che diminuiva l'effetto della droga così che Elvis pian piano non sentisse più bisogno di farne uso, Elvis non vide ciò come un aiuto ma come un tradimento un raggiro.

Press: Può essere che Elvis si servisse di più medici per avere a disposizione farmaci in tale quantità?

Sonny: Ciò nella stessa città senza che essi lo sapessero?

Press: Esatto!!

Sonny: E' perfettamente possibile!!!!

Press: Lo scrittore del vostro libro Dunleavy ha definito Presley una farmacia ambulante, lo si può definire così?

Sonny: No certo che no, aveva i suoi sonniferi aveva i suoi calmanti usava cocaina, ma terminato il suo show rientrava subito in albergo, fate conto che per due settimane si recava solo in scena in aereo ed in albergo, si annoiava a morte , ma quando era sulla scena non ha mai dato segni di squilibrio era sempre il Re e lo dimostrava sempre! Egli amava indubbiamente ciò che faceva.

Press: Signor Hebler, siete daccordo?

Dave: Certo

Press: Siete stato testimone di tutto ciò?

Dave: Preferirei rispondere in accordo con tutto ciò che ha detto Sonny, ma non nascondo la mia inquietudine su questo fatto della droga!! Noi abbiamo vissuto con lui gli abbiamo voluto bene e lui a noi, con questo libro volevamo mostrare più precisamente quello che è stato il suo essere Elvis Presley The King non ci interessano regolamenti di conti, ne rivendicazioni.

Press: Non avreste potuto impedirgli di fare tutte quelle cose?

Dave: E come? 

Press: Vi aveva assunto per proteggerlo.

Dave: Certo ma mi spiega come si fa a proteggere un uomo da se stesso?

Sonny: Neanche suo padre ci era riuscito.

Press: Elvis era felice quando lo avete lasciato? era un uomo felice?

Dave: Non penso, penso che fosse molto tormentato, doveva sempre e comunque interpretare se stesso anche in privato e ciò deve essere stato molto pesante e stressante. Egli era vittima della sua immagine, della sua leggenda.

Press: Vi pentite d'aver scritto questo libro? che effetto avrà secondo voi la sua morte sulla vendita del libro?

Dave: Non mi pento per aver collaborato a scrivere questo libro, è il momento dell'uscita che ha involontariamente coinciso con la sua morte, non vorremmo passare da sanguisughe. Non vogliamo trarre profitto dalla sua morte.

Press: Secondo l'ispirazione del momento Elvis aveva l'abitudine di fare acquisti e regali costosissimi secondo voi perchè?

Sonny: Egli adorava vedere l'espressione delle persone a cui faceva regali lo eccitava da morire gli dava gioia.

Press: Pensate che le droghe avessero un rapporto con ciò?

Sonny: Certamente che no , era solo un momento, voleva dividere la gioia che aveva nel donare con coloro che ricevevano. Un giorno lesse sul giornale la storia di un’invalida di colore di Memphis dei suoi stenti e della sua miseria. Lo accompagnammo sino da lei gli regalò una carrozzella elettrica la più cara sul mercato dei soldi ed altre cose, insomma potete immaginarvi lo stupore dei familiari di questa donna nel vedersi arrivare in casa in maniera così insolita tanti doni, e sopra tutto con a seguito Elvis Presley a portarli. Insomma lui era fatto semplicemente così.

Press: Come ha reagito Elvis al vostro libro?

Sonny: Disse che il tutto gli era indifferente.

Press: Quale è stata la motivazione di fondo che vi ha spinto ha convocare questa conferenza stampa?

Sonny: Prima di tutto per smentire ciò che si dice in certe trasmissioni televisive, volevamo esprimere il nostro vero punto di vista e che nonostante tutto noi amiamo ed ammiriamo ancora quest’uomo. Anche se ci ha fatti licenziare con un preavviso di soli tre giorni e la paga di una settimana dopo 20,16,e 3 anni per Dave di servizio, e poi per il fatto che non ha nemmeno voluto vederci, ci ha fatti liquidare da suo padre Vernon, senza preoccuparsi delle nostre famiglie che dovevamo mantenere.

Press: Perchè vi ha licenziato?

Sonny: La scusa fu una riduzione delle spese, ma io penso che fu per quel casino che conbinai a Lake Tahoe. Strapazzai un pò troppo un tipo che sfondata la porta del nostro locale frugò fra le nostre cose, e quando infine lo portammo al commissariato lui disse che Elvis lo gonfiò di una ventina di colpi di karatè, il che giuro su Dio non era affatto vero!

Press: Questo libro allora è falso?

Sonny: No è tutto assolutamente vero, è la pura verità.

Press: Perchè in questo momento non siete a Memphis? 

Sonny: Abbiamo saputo che Vernon non vuole vederci.

Press: Insomma avete scritto questo libro secondo voi per aiutare Elvis a ricredersi e a mettere ordine nella propria vita!

Dave: Potete scommetterci; una delle ragioni era quella poi perchè insomma il modo con cui si e sbarazzato di noi non fu molto corretto, e credetemi ci trovammo in mezzo alla strada con una famiglia a carico, cosa dovevamo fare? lavorare come controfigure a 40 anni?

Sonny: Volevamo fargli capire che era un uomo che aveva il mondo in pugno, e che tutto gli era possibile, in ogni caso era così agli inizi, ma le droghe lo privarono di tutto...



http://www.elvis-friends.it/EP_WORLD/MEMORIES/ep_memories_happened.htm
Traduzione di Andrea Marcandalli

Power Of My Love



Power of My Love 
Words & Music: Giant/ Baum/ Kaye
Recorded: 1969/02/18, first released on "From Elvis in Memphis"
Traduzione di Vali/g52

And I Love You So

 

And I Love You So
Words & Music: Don McLean
Recorded: 1975/03/10, first released on "Today"
Traduzione di vali/g52

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Originariamente incisa da Don McLean nel 1970

Bobby Goldsboro incise questa canzone nel 1971 e Perry Como nel 1973. La versione di Perry Como raggiunse il 29° posto nella Billboard's Hot 100 charts


From Elvis in Memphis di Fulgenzio Ciccozzi

From Elvis in Memphis di Fulgenzio Ciccozzi
Elvis Aaron Presley (Tupelo, 8 gennaio 1935 – Memphis, 16 agosto 1977)
L'Italia si avvia a divenire un Paese multietnico in cui stanno confluendo differenti comunità straniere che inizialmente tendono a generare inevitabili conflitti sociali i quali, con l’aiuto di una guida istituzionale lungimirante e il buon senso di tutti, cittadini e non, potranno essere mitigati sino a evolvere in un arricchimento socio-culturale ed economico che potrebbe caratterizzare il ritmo vitale della futura collettività.
E proprio in virtù di questo fenomeno migratorio che a suo tempo (almeno in maniera massiccia) coinvolse l’America, voglio riassumervi, in una forma ben lontana dagli stereotipi che hanno caratterizzato la figura personale e artistica del cantante, la storia di Elvis Aaron Presley che ha fatto dell’incontro tra differenti e disagiate esperienze umane il suo punto di forza.
L'incontro tra diverse culture genera novità e stimola il talento
Ha dovuto fare molta strada quel timido ragazzo del Mississippi, dal giorno in cui, ad appena otto anni, interpretò in pubblico, in un’anonima fiera di paese, un commovente brano di Red Foley, Old Shep, prima che la sua voce toccasse le “corde” emotive dei giovani di tutto il mondo.
Il background musicale di Elvis Presley affondava le radici nel profondo sud degli States. Luoghi, questi, in cui la cultura afroamericana trovava la sua sintesi e conferiva inequivocabili apporti innovativi al panorama musicale, nonché contraddizioni nel contesto di una società alla continua ricerca del Sogno Americano.
Elvis con i suoi primi approcci canori, di tipica tradizione Gospel, commuoveva gli animi dei poveri nelle contrade del Mississippi, e, più tardi, li animava con il country e il rhythm and blues nelle cittadine e nei teatri (Grand Ole Opry) del Tennessee e della Louisiana (Hayride Show), a contatto con i giovani delle contee americane: crogiolo di diverse etnie e realtà sociali, culla del nascente rock and roll.
La fusione tra diversi generi musicali si manifestò palesemente dalla modifica operata dal rocker del valzer lento Blue moon of Kentucky di Bill Monroe che la Sun Records non esitò a proporre insieme al rifacimento di un vecchio blues di “Big Boy” Crudup, That’s all right mama: entrambi i brani, nella rinnovata versione ritmica di Presley, contribuiranno a sancire la nascita del rockabilly.
Il cantante volle esprimere quel suo particolare suono attraverso interpretazioni davvero uniche che trasformarono il fumoso e misterioso Mistery Train e la graffiante Heartbreak hotel (l’Hotel dei cuori infranti) in canzoni che raggiunsero le vette delle classifiche locali e nazionali.
L’interprete non esitò a sperimentare sonorità Jazz arrangiate con strumenti a fiato che ricalcavano le tipiche interpretazioni di gruppi musicali di New Orleans degli anni Venti e che trovarono espressione in canzoni come Dixieland rock o la stessa New Orleans.
King Creole, il film che mise in risalto siffatte qualità canore, contiene anche uno straordinario blues melodico cantato in duetto con l'attrice di colore Kitty White.
Crawfish, questo è il titolo della ballata, si cala perfettamente nel ritmo canoro dei venditori ambulanti che imperversavano nelle strade della cittadina fluviale dagli accenti francofoni.
La poliedrica capacità vocale di Presley permetteva al musicista di interpretare perfettamente anche sounds tipicamente religiosi, come Peace in the Valley, His hand in mine, cantati accompagnato solitamente dal quartetto dei Jordanaires.
Non dimentichiamo che Elvis nacque nel Mississippi, uno degli stati nordamericani in cui, tra il XVIII e il XIX, la schiavitù ebbe la massima espansione.
Gli schiavi, duramente provati dalle fatiche del lavoro nelle piantagioni di cotone, trovavano rifugio nelle chiese evangeliche in cui esprimevano la loro sofferenza e voglia di riscatto con virtuosismi vocali che daranno origine agli spiritual, dai quali poi nascerà la musica gospel.
Il cantante ebbe modo di incidere, nel 1969, In the Ghetto, una canzone dall'iniziale complessità vocale il cui testo contiene tematiche inerenti a conflittualità sociali che si manifestavano anche nei sobborghi delle città americane. Il singolo fa parte del long playng From Elvis in Memphis, album che la rivista Rolling Stones non esitò a definire una delle più grandi interpretazioni musicali di Soul bianco.
Ma, fu nel 1968 che il suo background nero riemerse in maniera preponderante nel pezzo canoro If I Can Dream il cui brano è chiaramente ispirato al famoso discorso sull’uguaglianza razziale che il reverendo Martin Luther King, leader del movimento per i diritti degli afroamericani, aveva espresso solo due mesi prima in quella stessa città, Memphis, poco prima di essere assassinato: "Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una Nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!"
Dopo alcuni anni, il 16 agosto del 1977, a Memphis, anche il “ragazzo di Tupelo” smise di far sognare milioni di persone. Alle future generazioni Elvis Aaron Presley ha lasciato un vasto repertorio musicale da cui non si evincono colori ma solo sfumature canore che il talento ha trasformato in emozioni.

 http://www.ilprimato.com/persone/people/8960-elvis-presley.html#

16 Agosto 1977



Elvis Aaron Presley
January 8, 1935
August 16, 1977
Son of
Vernon Elvis Presley
and Gladys Love Presley
Father of
Lisa Marie Presley
He was a precious gift from God
We cherished and loved dearly.
He had a God-given talent that he shared
With the world. And without a doubt,
He became most widely acclaimed;
Capturing the hearts of young and old alike.
He was admired not only as an entertainer,
But as the great humanitarian that he was;
For his generosity, and his kind feelings
For his fellow man.
He revolutionized the field of music and
Received its highest awards.
He became a living legend in his own time;
Earning the respect and love of millions.
God saw that he needed some rest and
Called him home to be with Him.
We miss you, Son and Daddy. I thank god
That He gave us you as our son.
By: Vernon Presley




E' stato un dono prezioso di Dio 
Lo abbiamo adorato e amato intensamente
Aveva un talento donato da Dio che condivideva 
con il mondo, e senza dubbio, 
diventò molto più famoso; 
catturando allo stesso modo i cuori dei giovani e dei vecchi.

Non fu ammirato solo come anfitrione,
ma anche per la sua grande umanità, per la sua generosità
ed i buoni sentimenti per il suo prossimo
Rivoluzionò il campo della musica e 
ne ricevette i suoi massimi premi.
Diventò una leggenda vivente nella sua stessa epoca
guadagnando il rispetto e l'amore di milioni di persone.

Dio ha capito che aveva bisogno di un pò di riposo e 
lo ha chiamato a sè per stare insieme a Lui 

Sentiamo la tua mancanza figlio e padre, 
Ringrazio Dio di averci dato te come figlio.




traduzione di Valeria Giannotta



His Hand In Mine



His Hand in Mine 
Words & Music: Mosie Lister 
Recorded: 1960/10/30, first released on "His Hand in Mine" 
Traduzione di vali/g52
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Originariamente incisa da The Statesmen nel 1953


Mosie Lister, che scrisse questo brano, fece l’ arrangiamento per The Statesmen, ma non cantò nel gruppo. The Statesmen Quartet era formato da Hovie Lister nel 1948 e, originariamente, era composto da Mosie Lister, Bobby Strickland, Bervin Kendricks e Gordon Hill. Jake Hess, che era uno dei grandi preferiti da Elvis Presley ed è possibile che lo abbia influenzato nel suo modo di cantare, rimpiazzò Mosie Lister, dopo pochi mesi, come prima voce nella loro versione originale di questo pezzo.



Just Tell Her Jim Said Hello



Just Tell Her Jim Said Hello
Words & Music: Mike Stoller/ Jerry Leiber
Recorded: 1962/03/19, first released on single
Traduzione di Vali/g52




When the Snow Is on the Roses



When the Snow Is on the Roses 
 Words & Music: Last/ Kusik/ Synder/ Bader 
 Recorded: 1970/08/24 M.S., first released on "Live in Las Vegas" 
Traduzione di Vali/g52


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Originariamente incisa da Ed Ames nel 1967
https://youtu.be/QmHi152ldGg

Elvis Presley ne canta solo un paio di versi su uno dei CD del cofanetto Live In Las Vegas. Nonostante canti solo due righe del primo verso (e poi li ripete), è chiaro che si tratta di una canzone che gli piace molto e si sente a suo agio, in una di quelle sue fasi di malinconia. Kris Kristofferson incluse il brano nel suo LP del 1968 "Jody And The Kid" LP. La versione originale di Ed Ames venne pubblicata su singolo e, nel novembre del 1967, schizzò tra le Top 100, anche se, lo stesso mese, si classificò prima nella classifica degli Adult Contemporary (facili da ascoltare). La canzone è originaria della Germania con il titolo "Der Weg Ins Land Der Liebe", con parole di Ernst Bader; Larry Kusik e Eddie Snyder scrissero la versione inglese da abbinare alla musica di James Last.

Elvis Comeback Fun Mosaic

Ce l'ho fatta, stavolta sono riuscita anch'io a entrare nel Fan Mosaic e del Comeback! 

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