C’erano cinque bimbe assonnate
Tutte ben sistemate nei loro lettini.
Mentre cantavo una ninnananna
Ad una è andata un po' di polvere di sogno negli occhi.
C’erano quattro bimbe assonnate
Che con me fingevano di dormire.
E' passato l’Omino del Sonno.
E così ne sono rimaste tre.
I raggi di luna giocano a nascondino,
Tre sono andate e sono diventate due,
La mia canzone era quasi finita
Quando il Regno dei Sogni ne ha preso una.
Ho dato all’ultima il bacio della buonanotte,
E poi non ho sentito più una parola.
C’erano cinque bimbe assonnate,
Ora dormono tutte profondamente
Five Sleepyheads
Words & Music: Sid Tepper/ Roy C. Bennett
Recorded: 1967/06/20, first released on "Speedway"
Traduzione di vali/g52
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Originariamente incisa da Elisabeth Schumann nel 1935
Tepper e Bennett? Aggiungendo il compositore classico tedesco Johannes Brahms, per questa canzone diventa una versione pop della sua ninna nanna "Guten Abend, Gut' Nacht," oppure "Wiegenlied" opus 49, no.4. Brahms nacque ad Amburgo, Germania il 7 Maggio 1833 e morì a Vienna, Austria, il 3 Aprile 1897. La canzone fu scritta, nel 1868, in onore della nascita del figlio di Bertha e Artur Faber, amici di Brahms. Anni prima, Brahms, per un breve periodo, era stato innamorato di Bertha, quando faceva parte del coro femminile di Amburgo, e durante il corteggiamento, lei aveva l’abitudine di cantare una melodia viennese con un tempo di 3/4. Il romanzo finì, ma rimase l’amicizia. La melodia che, successivamente, Brahms compose, per una ninna nanna privata, era un contrappunto alla precedente canzone d’amore che la madre del bambino gli fece ricordare, cantandola al piccolo. Quando Brahms presentò il regalo ai Fabers, inserì questa frase per marito di lei: "Frau Bertha capirà che ho scritto 'Wiegenlied' per il bambino. Riterrà che tutto è regolare……. Infatti, mentre l’ascoltavo cantare la canzone ad Hans, per farlo dormire, adoravo ascoltare una canzone d’amore, cantata da lei.." Bertha fu la prima persona a cantare la ninna nanna di Brahms. Da "Johannes Brahms: Una biografia, di Jan Swafford (1997, Alfred A. Knopf, Inc.)
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