★★★ THIS IS ELVIS ★★★: Interviste
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ELVIS NON ERA RAZZISTA

Il Rapper Chuck D su Elvis
di Bernard Tanner Jr

Bernard Tanner Jr
Welcome to EIN (elvisinfonet.com)
Traduzione di Loretta Fornezza


Nel 2005 Piers Beagley di EIN, si espresse su Elvis, dando uno sguardo approfondito sul suo background e le sue influenze culturali, scoprendo un uomo che non solo aveva aiutato la comunità nera locale, ma che era stato anche una figura chiave nell'integrazione razziale della musica popolare.

Come disse James Brown, "Lo amo e spero di vederlo in cielo. Non ci sarà mai più un altro come quel fratello di anima" e Muhammad Ali, "Elvis Presley era l'uomo più dolce, più umile e più gentile che si potesse incontrare."

Ora, nel 2012, il buon amico di EIN Bernard Tanner Jr. ci ha inviato una bellissima lettera spiegandoci la sua reazione di fronte a giovani adulti di Altanta (Georgia), sua città natale, che accusano Elvis di essere un razzista.

Dice.. "Il mio rifiuto di fare marcia indietro contro le loro appassionate ma sbagliate accuse di bigottismo razziale nei confronti di Presley li ha scioccati ...... E (spesso) ciò che si perde in questi argomenti è il fatto che era dotato in modo soprannaturale sia come esecutore che come cantante e che ha contribuito alla costruzione culturale e musicale afro-americana, dando a questi idiomi musicali, non solo una più ampia accettazione, ma soprattutto rispetto e legittimazione in maniera celestiale!
Chuck D

In primo luogo il presunto "commento razzista" di Elvis del 1957, che spesso viene citato, non è mai stato verificato e sembra altamente improbabile vista la tempistica, ma prova ne è il profondo coinvolgimento di Elvis con la musica nera dell'epoca.

Questo fu solo uno di quel tipo di bollino scandalistico che purtroppo sarebbe continuato ben oltre la sua morte. Infatti il pettegolezzo avrebbe dovuto fermarsi all’istante, visto che, sul set di Jailhouse Rock, in merito a tale dichiarazione, Elvis venne contestato direttamente e personalmente dal reporter Louie Robinson per 'Jet' il giornale nero, dove Elvis onestamente rispose: "Non ho mai detto niente del genere, e le persone che mi conoscono sanno che non l'avrei detto."

In secondo luogo la citazione di Chuck D (tratta da Public Enemy, Fight The Power) è tuttora regolarmente usata per denigrare Elvis, senza essere mai stata pienamente spiegata. Quello che Chuck D dice in realtà (qualora qualcuno si degnasse di chiederglielo o controllare i fatti) è che ciò che realmente non gli piaceva era il "genio offuscante della cultura" di Elvis. Questo perché succedeva che, al tempo, la musica era nelle mani di un'industria musicale razzista che, in quel momento specifico, era affamata di avere un artista bianco che avrebbe potuto suonare musica nera. Chuck D in effetti concorda e dice che, "Elvis era una porta, un cancello che attraversano le radici. All'inizio della sua carriera Elvis aveva ammesso le sue radici, ma non era importato a nessuno"

Il seguente interessante messaggio è stato postato sulla bacheca FECC, da Lekeisha:
“ Mi stavo sintonizzando su un canale quando mi sono imbattuto in questa discussione sulla musica nera e la cultura pop con Chuck D e parlando di Elvis, razza e cultura pop, l’ha definito un brillante genio musicale. Chuck D è lo stesso che, nella sua canzone "Fight The Power", aveva inserito il famoso commento "Elvis era razzista"

D stava spiegando come non intendesse definire Elvis un razzista in generale, bensì si riferiva all’immagine con cui gli Americani bianchi dipingevano Elvis, cioè come questo dio bianco della musica. Comunque sosteneva Elvis e diceva che la storia del VERO Elvis deve ancora essere raccontata. Voleva sapere come mai dell'uomo viene glorificato Elvis, mentre le sue radici vengono tuttora ignorate. In altre parole, voleva sapere perché i musicisti neri che hanno aperto la strada ad Elvis e lo hanno ispirato vengono sempre messi dietro e vengono ignorati, mentre si attira tutta l'attenzione sulla sua influenza sulla musica country, quando tutti sappiamo che, nella sua vita e nella sua carriera, furono proprio la musica e la cultura nera ad avere la più grande influenza.

D raccontava di aver recentemente ascoltato un'intervista ad Elvis, fatta a metà degli anni '60, ma mai rilasciata prima ed era rimasto colpito dalle dichiarazioni di Elvis di voler fare, prima di morire, un album di blues, come tributo ai suoi idoli.
Diceva anche che Elvis ha fatto alcune grandi cover di blues che erano state tenute nascoste dalla casa discografica che puntava più alla commercializzazione del suo status di "idolo americano", omettendo di rivelare che i suoi successi erano cover di artisti neri. Ha anche aggiunto che quando pensa al "vero Elvis" ripensa alla Sun e al ’68 Comeback. Questo era il vero Elvis!! Ha inoltre definito le sessioni di Memphis del '69 il suo più grande lavoro dopo la Sun, in quanto musica vera e non prodotta. Penso che volesse dire che non era una musica "hit making" (trad. Per farne un successo), ma più di una raccolta personale di un Elvis alla ricerca delle sue radici. Almeno questo è ciò che sembrava.

Elvis con Brook Benton coautore della canzone 'Doncha' ThinkIt's Time'

Sono d'accordo con quello che ha detto! Quando si racconta la storia di Elvis nei documentari. l'influenza della musica nera viene messa da parte e in qualche modo ignorata. Forse un giorno Chuck D, in persona, vorrà raccontare la "storia vera" e chiarire l'aria che circondava Elvis, smascherando quella falsa immagine del razzista, con cui è stato ritratto, quando invece faceva parte della nostra comunità. È l'unico modo affinché possa essere accettato come una persona positiva nella comunità nera. A maggior ragione se questo viene detto da una persona di colore con conoscenze storiche. Mi sembra che Chuck D potrebbe essere quello giusto.

E prima che qualcuno di voi mi attacchi ritenendomi in qualche modo un suo sostenitore ... dico: non lo sono. Non mi interessa la sua musica o qualsiasi altra musica rap. Non sono un fan del rap."

(Fonte: FECC, 15 Dicembre 2005)


Elvis con: a destra, Bobby Bland & Junior Parker (che scrisse 'Mystery Train'). Nonostante Elvis non abbia mai registrato nessuna canzone di Bobby Bland, egli venne molto influenzato dall’artista di Beale Street Blues che aveva registrato oltre 60 hits nelle classifiche di R&B ed era amico di vecchia data di B.B King.

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Welcome to EIN (elvisinfonet.com)

Traduzione di Loretta Fornezza




Elvis Vegas Interview

 Fonte: https://www.elvispresleynews.com/elvis-vegas-interview/

Elvis Presley Las Vegas – Elvis Presley Vegas – Elvis Vegas – Elvis Live  Elvis Concert - Dopo  il concerto di apertura a Las Vegas nel  1969, Elvis Presley rilasciò un’intervista rara:




Elvis in Las Vegas – Elvis  Vegas conferenza stampa 1969 –  Elvis in  Concert


In tutta la sua vita Elvis ha rilasciato pochissime interviste. Quando l’ha fatto, le domande erano talmente banali che abbiamo scoperto ben poco in merito all'uomo dietro la leggenda. In questa rara intervista, la prima in 9 anni Elvis si è raccontato, deciso a dimostrare la sua capacità di autoironia.

Subito dopo lo spettacolo di apertura di Elvis Presley a Las Vegas presso l’ International Hilton il 29 luglio 1969, ormai non più sotto contratto con Hollywood e con il successo del 68’ Television Special fresco di messa in onda, troviamo un Elvis maturo ravvivato dal suo ritorno alle esibizioni dal vivo su un palco.

Per l’opening night, Elvis aveva eliminato il grasso di Hollywood. Ora magro e bello, sano e rilassato in un semplice abito nero, sostiene le domande della stampa con tutta la spavalderia di un'icona mentre si siede e prende un lungo sorso d'acqua.

Senza il beneficio che una domanda potesse bruciarlo, Elvis è entrato nel suo gioco. "Su come sono entrato in questo business e come ho iniziato, dove e quando, e così via... si è scritto così tanto che la gente nemmeno conosce la vera storia" ha spiegato Elvis nel suo freddo accento del sud.

"Quando ero un ragazzo, mi sono sempre visto come un eroe nei fumetti e nei film. Sono cresciuto credendo in questo sogno... Appena uscito dal liceo guidavo un camion. Sai, ero solo un povero ragazzo di Memphis, Memphis", ha detto Elvis, rimarcando il nome della sua casa con un esagerato accento del sud. "Guidavo un camion e mi esercitavo per diventare elettricista". Sorrideva. "Suppongo che, lungo la strada, mi sono in qualche modo connesso nel modo sbagliato", ha sottolineato Elvis ridendo.




"Un giorno, sono entrato in uno studio di registrazione e ho fatto un disco per un tipo che si chiamava Sam Phillips della Sun Records. Ha fatto uscire il disco in circa una settimana. Avevo ripreso a guidare il camion e me n’ero dimenticato. Cavolo, quel disco è uscito e, a Memphis, andava davvero alla grande. Hanno iniziato a suonarlo, ed è diventato molto richiesto. Non so perché? (ride) I testi non avevano significato. Ero solo un ragazzo, che cantava awopah-awh-a-awh su un disco," Elvis ha detto imitando i suoi vocalizzi.

"Comunque, hanno pubblicato il disco e, nel Sud, è diventato abbastanza importante e richiesto. Ma avevo mantenuto ancora il mio lavoro. Guidavo un camion di giorno e lavoravo nei nightclub di notte... e cose del genere”.

Il documentario del concerto del 1970 è stato revisionato, ristampato ed ora è in vendita! Il pubblico che potrà vedere il risultato di quest'ultima offerta, potrà godere dei superbi istinti musicali e del puro carisma dell'uomo che, negli anni '50, da solo, definì il Rock-n-Roll.

Diretto da Denis Sanders, il documentario, inizialmente pubblicato nel 1970, racconta le trionfali apparizioni di Elvis a Las Vegas, ampiamente acclamate dai fan di Elvis.






La nuova versione è stata largamente rielaborata, con l’aggiunta di più di mezz'ora di un nuovo concerto, nonché riprese delle prove ed è più concentrata sul processo creativo di Elvis che sulla sua celebrità. Il nuovo progetto è stato guidato dal produttore Rick Schmidling, l'editore Michael Salomon e il mixer Bruce Botnick.

A differenza dell'attore dei precedenti 29 film in formula hollywoodiana, in questo documentario Elvis prende vita davanti alla telecamera, sia quando si diverte con i suoi musicisti durante le prove sia quando si perde nella musica sul palco. Elvis è al suo meglio dal vivo, davanti a un pubblico.

Non appena "Heartbreak Hotel" nel 1956 creò il The Pelvis, Elvis si era diretto verso Hollywood. Poiché il rock 'n'roll veniva visto come una moda passeggera, Elvis aveva convinto il suo manager, Col.Tom Parker, ad attivarsi per la realizzazione del suo sogno di diventare un attore, come lo erano i suoi eroi James Dean e Marlon Brando.







Sicuramente Elvis ha fatto qualche film decente, ma ogni speranza di essere un attore serio è stata presto sabotata da Parker, che voleva garanzie a lungo termine, grandi quantità di soldi, oltre che il controllo creativo dei film. Così, la promessa di film quali "Loving You", "Jailhouse Rock" e "King Creole" ha lasciato il posto a racconti di viaggio, belle donne, e colonne sonore asinine. Presley si lamentava in privato, ma nell’arco di 16 anni, aveva continuato a girare 31 film a Hollywood.

Elvis riceveva recensioni entusiastiche e stabilì record al botteghino che nemmeno Frank Sinatra era riuscito ad eguagliare.

Dopo un secondo spettacolare ingaggio all'International nel gennaio 1970, Parker firmò per realizzare un documentario sul terzo ingaggio di Presley all’International, con la MGM. Col senno di poi, il documentario avrebbe potuto essere più possente qualora Sanders l'avesse girato durante il secondo ingaggio.

Spinto dalla sfida di esibirsi ad un pubblico dal vivo dopo un decennio di distanza, Elvis era completamente concentrato nei primi due ingaggi. Tuttavia, entro l'estate la sfida era già finita, ed Elvis stava rapidamente diventando una caricatura di se stesso. Eppure, alcuni suoi momenti sono emozionanti, soprattutto quando l’Elvis-uomo non ingabbiato, riesce a rendere tutte le sue canzoni un'esperienza unica.

"Nel 1956 incontrai il colonnello Sanders" Elvis scoppiò in una risata "No, no, Parker, voglio dire Parker. Ha organizzato per farmi andare in televisione." Elvis fece un respiro profondo ricordando quello sgradevole episodio quando fu costretto a cantare HOUND DOG ad un bassotto con il cilindro in testa.

"Così mi hanno messo in televisione. E si è scatenato di tutto. E 'stato folle. Vi dico di sicuro. Ho fatto l’ Ed Sullivan show, quattro volte. Ho fatto lo show di Steve Allen. Ho fatto lo show di Jackie Gleason. Mi hanno fatto cantare ad un cane e mi hanno filmato da qui in su" disse Elvis mettendosi la mano alla cinta.

"Per tutto il tempo, mi dicevano. “Hey! Tu! Stai fermo! Stai fermo!” E loro continuavano a chiedermi “Di dove sei ragazzo bianco?” Dissi loro, Memphis, Memphis. Pensarono: «È un manichino, lo metteremo dietro." Elvis scoppiò a ridere. "Devo dirtelo", continuò Elvis in tono cupo. "La prima volta che ho fatto un'audizione per il talent show di Arthur Godffrey mi hanno rifiutato! Hanno detto, “Fallo uscire di qui! Fallo uscire!" Hanno preso quel coglione, invece! Come si chiama?








Elvis guardò verso suo padre per avere la risposta. Vernon alzò le spalle. "Pat Boone, sì, era Pat. Per me andava bene, perché aveva una bella voce...” " Comunque, più tardi mi mandarono a Hollywood. Per fare film. Era tutto nuovo per me. Avevo solo 21 anni... Quando urlarono “azione” Aaah non sapevo cosa fare. Così ho urlato, Memphis! Memphis!" scherzò, mentre si strofinava la spalla destra. "Mi hanno guardato e hanno detto: questo è tutto ciò che possiamo ottenere da lui... '"

"Ho fatto quattro film, e nel 1958, sono stato reclutato... sono entrato nell'esercito e ci sono rimasto un paio d'anni. È stato un sacco divertente... Mi hanno tagliato i capelli e tutta quella roba lì. Ero un soldato, ora." Elvis si alzò e salutò. "Sì, signore!" .... "Subito dopo, ero fuori servizio e facevo film di nuovo. Il mio primo film si chiamava GI BLUES e pensavo di essere ancora nell'esercito", disse Elvis, sbattendo le palpebre e girando la testa come se non sapesse dove fosse. "Ho fatto dei bei film che mi sono andati molto bene, come "Blue Hawaii"... e anche qualcuno preferibilmente da dimenticare!"

Quando gli è stato chiesto se pensasse che fosse stato un errore pubblicare quei terribili album di colonne sonore, Elvis ha ammesso: "Sicuramente a Hollywood ho perso la mia direzione musicale. Le mie canzoni erano come quelle di un nastro trasportatore di produzione di massa, proprio come lo erano la maggior parte dei miei film... Ora sono tornato e sono sulla strada giusta..." Ha alzato il bicchiere, ha surriscaldato la stampa. "Quei film mi hanno sicuramente messo in difficoltà. Voglio fare ammenda. Mi mancava molto lavorare dal vivo, di fronte a un pubblico, ecco perché sono qui..." Elvis si è alzato e ha fatto un inchino. I giornalisti si sono lanciati in una standing ovation. Con voce soffice e gentile, ha finito esclamando. "Spero di non averti annoiato troppo, con la storia della mia vita ."


di Lea Frydman
Traduzione di Loretta Fornezza


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Qui l'articolo originale
Fonte: https://www.elvispresleynews.com/elvis-vegas-interview/


Elvis Vegas Interview

Elvis Presley Las Vegas – Elvis Presley Vegas – Elvis Vegas – Elvis Live Elvis Concert After opening concert in Las Vegas 1969 Elvis Presley gave this rare interview



Elvis in Las Vegas – Elvis Vegas Press Interview 1969 – Elvis in Concert Throughout his lifetime Elvis gave very few interviews. When he did, the questions where so blase we discovered little about the man behind the legend. In this rare interview, the first in 9 years Elvis spoke determined to set the record straight while displaying an ability to joke about himself. Following the opening of Elvis Presley Las Vegas show at the International Hilton on 29 July 1969. No longer contracted to Hollywood and with the success of 68′ Television Special looming fresh, a mature Elvis was reawakened with his return to performing live on stage.

For opening night, Elvis trimmed off the Hollywood fat. Now slim and handsome, looking healthy and relaxed in a simple black suit, he held off the press questions with all the bravado of an icon while he seated himself and took a deliberate, long sip of water.

Without the benefit of one question being fired, Elvis went into his spiel. “How I got in this business and how I got started, where and when, and so forth… Its been written up so many times, people don’t even know – the true story,” Elvis explained in his cool Southern accent.

“When I was a boy, I always saw myself as a hero in comic books and in movies. I grew up believing this dream… When I got outta High School I was driving a truck. Ya know, I was just a poor-boy from Memphis, Memphis,” said Elvis, denoting the name of his home with an exaggerated Southern accent. “I was driving a truck and training to be an electrician. He grinned. “I suppose I got wired the wrong way round somewhere along the line,” laughed, Elvis.



“One day, I went into a recording studio and made a record for a guy named Sam Phillips on Sun Records. He put the record out in about a week. I went back to driving a truck and just forgot about it. Man, that record came out and was real big in Memphis. They started playing it, and it got real big. Don’t know why? (laughs) The lyrics had no meaning. I was just this kid, who went awopah-awh-a-awh on record,” Elvis said impersonating his vocals.
“Anyway, they put the record out and it got pretty big in the South. But I still had my job. Awh was driving a truck daytimes and working nightclubs at night… and things like t

The 1970 concert documentary has been re-mastered, revised and is on sale now! This latest offering audience’s get to see the superb musical instincts and raw charisma of the man who, single-handedly defined Rock-n-Roll in the ’50s.
Directed by Denis Sanders, the documentary chronicles Elvis’ triumphant Las Vegas appearances – which were widely cheered Elvis fans when first, released in 1970.


The ‘new’ version has been vastly reworked with more than half an hour of new concert and rehearsal footage that focuses more on Elvis’s creative process than his celebrity. Producer Rick Schmidling, editor Michael Salomon and rerecording mixer Bruce Botnick, spearheaded the new project.

Unlike the actor of the previous 29 Hollywood formula films, Elvis comes alive in front of the camera in this documentary, whether horsing around with his musicians during rehearsal or losing himself on stage in the music. Elvis is a t his consummated best in front of a live audience.

As soon as, “Heartbreak Hotel” established the Pelvis in 1956, Elvis headed for Hollywood. Just as rock ‘n’ roll was viewed as a passing fad, Elvis enticed his manager, Col. Tom Parker, to help make his dream come true of becoming an actor like his heroes James Dean and Marlon Brando.


Sure Elvis made a few decent films, but any hopes of being a serious actor were soon sabotaged by Parker, who wanted long-term, big-money guarantees rather than creative control of the films. So, the promise of such films as, “Loving You,” “Jailhouse Rock” and “King Creole” gave way to travelogue tales, pretty women, and asinine soundtracks. Presley complained in private, but he continued to make 31 Hollywood movies over 16 years.

Elvis received rave reviews and set box-office records that even Frank Sinatra couldn’t match. After a second spectacular engagement at the International in January 1970, Parker signed with MGM to do a documentary of Presley’s third International stint . In retrospect, the documentary might have been stronger if Sanders had shot it during the second engagement.

Driven by the challenge of performing to a live audience after a decade away, Elvis was thoroughly focused in the first two engagements. However, by the summer the challenge was gone, and Elvis was fast becoming a caricature of his former self. Still, some insightful moments are thrilling, when Elvis like a man un-caged, makes all his songs a unique experience.

In 1956 I met Colonel Sanders,” Elvis burst into a laugh. “Nay, nay, Parker, I mean Parker. He arranged to have me go on television.” Elvis drew a deep breath remembering the unsavory episode of being forced to sing HOUND DOG to a basset dog dressed in a top hat.

“So they put me on television. And the whole thing broke loose. It was wild. I tell ya for sure. I did the Ed Sullivan show, four times. I did the Steve Allen show. I did the Jackie Gleason show. They had me singing to a dog and filmed me from here up,” Elvis put his hand to his waist.

“All the time, they were telling me. ‘Hey! You! Stand still! Stand still!’ And they kept asking me, ‘we’re you from white-boy?’ I told them, Memphis, Memphis. They thought, ‘he’s a dummy, we’ll just put him in back.” Elvis broke up and laughed. “I gotta tell you,” continued Elvis in a somber tone. “The first time I auditioned for the Arthur Godffrey talent show they turned me down! They said, ‘m-a-n get him outta here! Get him out!” They took that jerk-off, instead! What’s his name?


Elvis looked to his father for the answer. Vernon shrugged his shoulders. “Pat Boone, yea, it was Pat. That was okay by me, cause he had a pretty good voice…””Anyway, later on they send me to Hollywood. To make movies. It was all new to me. I was only 21 years old… When they yelled ‘action’ Aaah didn’t know what to do. So I yelled, Memphis! Memphis!” joked, Elvis jerking his right shoulder. “They looked at me and said, ‘Is that all we can get outta him…'”

“I made four movies, and in 1958, I got drafted… I went into the army and stayed a couple of years. That was loads-a-fun…They made a big deal outta cuttin’ all my hair off and all that jazz. I was a soldier, now.” Elvis stood up and saluted. “Yes sir!” …. “The next thing I knew, I was out of the service and making movies, again. My first picture was called, GI BLUES and I thought I was still in the army, ” said Elvis, blinking madly and turned his head around as if not knowing where he was. “I did some good picture that did very well for me, like Blue Hawaii… and some pretty forgettable ones too!”

When asked whether he felt it had been a mistake to release those terrible soundtrack albums, Elvis admitted, “I sure lost my musical direction in Hollywood. My songs were the same conveyor belt mass production, just like most of my movies were… Now I’m back and on the right road…” He raised his glass, toasted the press. “Those movies sure got me into a rut. I want to make amends. I really missed working live, in front of an audience, that’s why I’m here…” Elvis stood up and took a bow. The reporters gave him a standing ovation. In a soft polite voice, he ended. “Ah hope I didn’t bore you too much, with mah life story…”


Las Vegas, 1 agosto 1969 - Press Conference


Conferenza stampa.
Traduzione di Valeria Giannotta



ELVIS ENTRA NELLA SALA CONFERENZE

      

R: “Come mai ha aspettato tanto prima di tornare ad esibirsi dal vivo?” “E’ ritornato agli spettacoli dal vivo per l’enorme successo di Tom Jones (cantante gallése) e di Engelbert Humperdinck? (croneer inglese)”

E: (Elvis scuote la testa a tale suggerimento)
“Penso che siano magnifici”…”Ma ho preso questa decisione nel 1965, ed è stato molto duro aspettare”…”Non credo che avrei potuto aspettare ancora a lungo.”…”Abbiamo dovuto portare a termine gli impegni cinematografici presi in precedenza, prima di cominciare questo…”Mi è mancato il contatto diretto con il pubblico.” “Stava diventando sempre più difficile cantare tutto il giorno di fronte ad una telecamera.”


R: “Ricorda la prima volta che è venuto a Las Vegas?”

E: “Certamente, avevo 19 anni.” (Elvis in realtà ne aveva 21) “Non mi conosceva nessuno.”…”Da dove vieni….ragazzo?” mi chiedevano.”

R: “E’ felice di essere diventato padre?”

E: “Ne sono felice!”

R: “Lei e Priscilla state pensando di aumentare la famiglia?”

E: “Sarà il primo a saperlo.” (Ride a squarciagola)

R: “Cosa fa quando è a casa a Graceland?”

E: “Vado a cavallo, nuoto e chiacchiero con i turisti che di solito sono al cancello.”

R: “Cosa prova sua moglie ora che lei è di nuovo un Sex Symbol?”

E: “Non lo so…bisognerebbe chiederlo a lei.”

R: “Sua moglie e sua figlia l’accompagnano?”

E: “Priscilla è qui…ma mia figlia è a Los Angeles con la tata.”…”Non ce la farebbe.”

R: “Come fa a rimanere così giovane?”

E: “Non lo so”…”Probabilmente uno di questi giorni cadrò a pezzi.” “Credo che sia stata solo questione di fortuna.”

R: “E’ stanco del suo attuale genere di film, si è stancato delle trame dei suoi film?”

E: “Sì, voglio cambiare tipo di sceneggiatura rispetto a quelle fatte fino ad ora.”

R: “Che genere di sceneggiature le piacciono?”

E: “Qualcosa che abbia un significato”…”Cerco del materiale più serio.” “Non potrei interpretare sempre il ragazzo che lotta, picchia un ragazzo…e nella scena successiva gli canta una canzone.”

R: “Pensa che sia stato uno sbaglio fare così tanti Album con le colonne sonore dei film?”

E: “Penso di sì”…”Quando si fanno dieci canzoni per un film, non possono essere tutte belle canzoni.” “Comunque”…”Sono stufo di cantare alle tartarughe.”

R: “Quando ha incontrato i Beatles la stampa non fu accettata, perché?”

E: “Perché così ci siamo potuti rilassare di più e abbiamo potuto chiacchierare più apertamente.”

 


R: “Le piace indossare giacche di pelle come quella che ha indossato nel suo TV-Special?”

E: “No”…”Odio indossarle, perché sono troppo calde quando lavori.”

R: “Dove ha preso il modello per i suoi abiti di scena?”

E: “Ho preso l’idea dall’uniforme di Karate…che avevo una volta.”

R: “Cosa pensa del panorama Hollywoodiano?”

E: “Proprio non mi piace….” “Non ho niente contro, ma proprio non mi piace.”

R: “Quanto ha provato per questi show?”

E: “Mi sono esercitato per circa 3 mesi.” “Oggi ho fatto tre prove generali in costume di scena.” “E con questa sono quattro le volte che ho fatto lo show oggi.”…”Sono decisamente esausto.”

R: “In base a cosa ha scelto le canzoni per lo show?”

E: “Ho semplicemente cantato le mie canzoni preferite.”

R: “Pensa di farne molti di live show?”

E: “Penso di sì…Vorrei esibirmi in tutto il mondo.”…”Ho scelto Las Vegas per esibirmi la prima volta, perché è un posto in cui arriva gente da tutto il mondo.”

R: “Sta cercando di cambiare la sua immagine con canzoni tipo “In The Ghetto”?”

E: “No, “Ghetto” è una così bella canzone, che non ho potuto ignorarla dopo averla ascoltata.” “Ci sono molte canzoni nuove in giro che hanno lo stesso sound di quando ho iniziato…ma sono decisamente migliori.”….”Voglio dire, non è possibile paragonare canzoni come “Yesterday” con “Hound Dog”……giusto?”

R: “Come mai in tutti questi anni ha condotto una vita così appartata?”

E: “Non è appartata mio caro.”…”Sono solo codardo.” (Ride a squarciagola)

R: “E’ vero che si tinge i capelli?”

E: “Certo, l’ho sempre fatto per i film.”

R: “Le è piaciuto esibirsi di nuovo dal vivo?”

E: “Sì!…”Questa è stata una delle notti più emozionanti della mia vita.”

R: “Era nervoso durante lo show?”

E: “Più o meno per le prime tre canzoni, non mi sono sentito rilassato fino a dopo “Love Me Tender” prima di sciogliermi.”…”Poi ho pensato, al diavolo…vacci su dietro, accidenti!” “O potresti trovarti senza lavoro domani.”

R: “Ha una partecipazione nell’International Hotel?”

E: “No.”




                                               



R: “Come mai ha scelto un gruppo di coristi di colore?”

E: “Mi aiutano a trovare il feeling e ad arrivare alla mia anima.”

R: “Ha mai avuto occasione d’incontrare il cantante Inglese del momento, Cliff Richard?”

E: “Sì, l’ho incontrato in Germania, molto tempo fa.” (Elvis si è sbagliato, deve averlo confuso con qualcun’altro, forse Billy Fury, in ogni caso non si incontrarono prima del ’62)

R: “Mr. Presley,”…”Sono stato mandato qui da “Lord Sutch Enterprises” “Per offrirle un milione di Sterline per due apparizioni al Wembley Empire Stadium in Inghilterra,”…”La somma comprende un documentario che verrà girato durante e dopo lo show.”Ci vorranno solo 24 ore.”

E: (Elvis indica il Col. Parker) “Per questo dovete chiedere a lui.”

C: (Parker) “Basta pagare la caparra.”

R: “Elvis, quanto viene pagato per queste esibizioni?”

C: (Parker prende la parola) “Siamo soddisfatti dell’accordo. Sono felice che lui sia qui.”

R: “E’ vero che viene pagato in azioni dell’International?”

C: (E’ di nuovo Parker a prendere la parola) “Certo che no.”…”L’unica cosa che abbiamo gratis sono i grilli nelle stanze.”

R: “Possiede ancora pressappoco 10 auto?”

E: “Non ne ho mai avute così tante.”…”Solo 4 o 5 al massimo.”

R: “Elvis c’è qualche altra persona che lei vorrebbe essere?”

E: “Sta scherzando?” (Ride a squarciagola)



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Traduzione di Valeria Giannotta 

27 Febbraio 1970 - Houston (Texas) Press Conference



1970, Febr 27 - ASTROWORLD HOTEL – HOUSTON, TEXAS.





Dopo aver terminato il suo secondo ingaggio a Las Vegas in poco più di sei mesi, Elvis ha già programmato la sua esibizione all’Astrodome di Houston per l’annuale Houston Livestock Show & Rodeo (annuale fiera del bestiame con spettacoli e rodeo). Quella che segue è la prima delle due conferenze stampa che Elvis fece prima delle sue esibizioni. Durante la conferenza stampa ad Elvis si unisce anche suo padre Vernon. Più tardi il comitato della Houston Livestock Show & Rodeo regala ad Elvis una spilla. 
Traduzione di Vali/g52

Intervista “On Tour Rehearsal”







Intervista “On Tour Rehearsal”
RCA’s Studio, Hollywood-03/31/1972
INTERVIEWERS: Pierre Adidge and Robert Abel
SOURCE: Between Takes with Elvis (LP)

Traduzione di Vali/g52

Madison Square Garden - 9 Giugno 1972 Press Conference

PRESS CONFERENCE - 9 GIUGNO 1972




Alle 16.00 di oggi, prendendosi una pausa dalle prove, Elvis tiene una conferenza stampa all’Hilton Hotel
Di seguito il contenuto della conferenza stampa


D.Signore e Signori, ho il piacere di presentarvi ME.P. Vernon Presley, il padre di Elvis Presley. Il Sig. Presley incontra un amico. Ciao! Grazie. Grazie molte. Come stai? Sedetevi prego!
Voglio ringraziare chi ha patrocinato tutto questo. Okay

D. Ti amiamo Elvis

E.P. Grazie cara, anch’io vi amo. Grazie

D. Nel corso di questi anni tutti hanno detto che sei molto umile e timido, che cosa ne pensi?

E.P. Oh, davvero non so cosa li faccia pensare in questo modo, visto che….. questa cintura è d’oro e (risata)… La cintura è un ringraziamento dall’International per il record di performances…..

D. Perché hai aspettato tanto per esibirti a New York?

E.P. Penso….. credo sia stato un problema di non avere un edificio, un posto adeguato. Abbiamo dovuto attendere il nostro turno per la disponibilità dell’edificio. In 15 anni non siamo mai riusciti a trovare un edificio adeguato. No, scherzi a parte, abbiamo dovuto aspettare il nostro turno per essere al Garden. Spero di fare un buon spettacolo per tutti. Mi piace e mi diverto.

D. Perché pensi di essere riuscito a durare più a lungo di qualsiasi altro intrattenitore?

E.P. Perché prendo la Vitamina E (risata). Stavo solo scherzando….. Non so (risata)….. Questo mi imbarazza. Ah, non so cara, io solo…. Semplicemente a me piace il mio lavoro. Mi piace quello che faccio.

D. Mi ricordo l’Ed Sullivan Show

E.P. Si anch’io ….. ecco perché sto seduto

D. E’ abitudine criticarti per i tuoi capelli lunghi e tutte quelle piroette sul palco, che cosa ne pensi?

E.P. Signore, sono stato docile se confrontato a quello che fanno adesso, sta scherzando (risata). Non faccio niente di particolare, semplicemente mi muovo.

D. Mostraci il movimento!

E.P. No (risata), Non posso…. non posso farlo. Mi devo salvaguardare per lo spettacolo.

D. Che cosa ne pensi del modo di esibirsi di oggi e del comportamento sul palco?

E.P. Oh, io… io non so. Non posso criticare nessuno nel campo dell’intrattenimento. Penso ci sia posto per tutti. Odio criticare gli altri artisti.

D. Sei soddisfatto dell’immagine che ti sei creato?

E.P. Beh, l’immagine è una cosa, a la parte umana è un’altra, perciò è molto pesante vivere su un’immagine. La metto in questo modo.

D. Che tipo di pubblico pensi di attirare maggiormente adesso?

E.P. Trovo che il pubblico che abbiamo adesso è misto. Ci sono persone più vecchie, persone più giovani e quelli molto giovani. Tutti i generi di persone, il che è un bene. Ho appena fatto un film dell’ultimo tour che ho fatto, è il primo concerto live che sia stato mai filmato, e quindi è questo il mio prossimo progetto. Ci sono ancora tanti posti dove non ho fatto dei concerti. Tipo, non mi ero mai esibito qui a New York. Non sono neanche mai andato in Gran Bretagna. Mi piacerebbe, sissignore e molto. Mi piacerebbe andare in Europa. Mi piacerebbe andare in Giappone e tanti altri posti. Non sono mai uscito da questo paese, tranne che il servizio militare. Eh si, mi piacerebbe andarci!

D. Elvis, che cosa ti ha spinto a decidere di chiudere con il cinema e ripredere con le apparizioni live?

E.P. Mi mancavano. Mi mancava la vicinanza di un pubblico ….. di un pubblico vivo. Così appena mi sono svincolato dai contratti cinematografici, ho ripreso a fare spettacoli live.

D. Pensi di farne sempre di più?

E.P. Penso di sì

D. Qual’è la tua opinione sul servizio militare obbligatorio

E.P. Preferisco tenere per me le mie opinioni personali su queste cose, in quanto io sono in intrattenitore e sinceramente non so.

D. Perché la MGM ha filmato i tuoi concerti prima a Boston per l’Elvis on Tour, quando avrebbero potuto girarlo qui.

E.P. Non so. Questa è una buona domanda. Perchè, Colonello (risata)? (Tom Parker: non ho sentito, qual’è la domanda?)
Perché hanno girato il concerto a Boston, non potevano girarlo qui? (Tom Parker: girarlo qui, avrebbe potuto essere considerato fuori legge)

D. Che cosa ci dice sulla politica?

E.P. Non mi riguarda, io sono solo un intrattenitore

D. Perché non giri o scrivi una biografia su di te?

E.P. Penso che non sia ancora l’ora. Può darsi che un giorno io lo faccia, ma non al momento. Se riuscissi a trovare il modo giusto di farlo, mi piacerebbe fare qualcosa tipo una sceneggiatura per il cinema. Infatti, lo stiamo valutando adesso. State parlando di qualcosa che non ha a che fare con le canzoni. Si, mi piacerebbe farlo. E’ difficile trovare buon materiale al giorno d’oggi, per tutti. E’ difficile trovare una qualsiasi buona canzone rock, veramente. Se le trovassi, le farei.
Penso che ci siano troppe società, tutti diventano indipendenti, non appena hanno una hit, costituiscono una propria società. E ce ne sono così tante.
Inoltre ci sono anche autori di canzoni che stanno iniziando a cantare da sé i loro pezzi. Ecco perché dico che è difficile trovare buon materiale. Io ho una mia società, ma se è buon materiale, prenderò canzoni da chiunque e da ogni dove. Non deve essere necessariamente della mia società. Può essere stat acomposta da uno sconosciuto o da chiunque scriva canzoni, se mi si adatta. Se è buona. E’ questo che farò.

D.Elvis, che cosa ne pensi del tuo successo negli anni 50?

E.P. A parte gli scherzi, è stato tutto così veloce per tutti noi, mia madre e mio padre e tutti. Tutto è successo in una notte, e così abbiamo dovuto organizzare un sacco di cose molto velocemente. Non rimpiango molto questa cosa. Mi diverte molto di più adesso che quella volta. Voglio credere che ci siamo migliorati in questi 15 anni.

D. Ti dà fastidio la gente che ti riconosca e ti chieda autografi?

E.P. No, ci sono abituato. Sentirei la mancanza se succedesse che nessuno mi noti o mi riconosca e cose simili o non mi chiedesse un autografo… beh, fa parte del business, e lo accetto. Penso che mi mancherebbe tutto questo.

D. Ci sarà una registrazione di questo concerto?

E.P. E’ possibile. Non lo so. Qui, ci sono degli addetti della RCA VictoE.P. Non so.

D. Di tutte le tue incisioni, qual’è la canzone che preferisci?

E.P. “It’s now or never”, “O sole mio” (Applauso).
“O sole mio” è stata la più venduta, dopo "Don't be Cruel," I think, then "Hound Dog", "Heartbreak Motel, "

(senza audio)
E.P. Sono stato alle Hawaii per essere abbronzato per New York (risate).
Sono arrivato stanotte molto tardi e dovrei andare a dormire, perché abbiamo appena fatto una prova e la rifarò dopo questa conferenza stampa….. a meno che non abbiate in mente qualcosa di meglio (risate)

D. Tua moglie Priscilla è qui con te?

E.P. No, non c’è. Aspetta lo chiedo a mio padre? Devo (ride) in quanto è lui che segue i miei affari personali

D. Bene signore…. Quando si è reso conto veramente che suo figlio era più di un figlio tradizionale

Vernon Presley: Mah, è difficile da dire. Sai è successo tutto così rapidamente. C’è stato uno scoppio durante la notte e tutto era già successo. Così dico, probabilmente era il 1956 ed il primo show televisivo. Ho cercato di dirglielo immediatamente, ma lui non ha voluto ascoltare.
[Vernon] No, non ho rimpianti per questo. Infatti, l’ho agevolato, veramente

D. Elvis, qual’è il genere di canzoni che ami fare di più?

R, Mah, è un fatto inconscio. …Io, io amo un po’ mescolarle. In altre parole, Mi piace fare una canzone come “Bridge over Troubled Water" o "[An] American Trilogy," e cose del genere. Poi ci inserisco un po’ di rock and roll, e magari alcune sostanzialmente hard rock. Non mi vergogno di fare pezzetti di "Hound Dog" o "Heartbreak Hotel, " e cose del genere

D. Elvis, riesci ad immaginare di esserti ritirato, un giorno?

E.P. Veramente no. Ho ancora troppa energia. Non penso, non fino a che posso

[Tom Parker] Vorrei essere all’altezza della mia reputazione di bravo ragazzo, questo è gente.

ELVIS: Devo tornare alle prove, gente, grazie mille

Traduzione di Loretta Fornezza

















IL PILOTA DI ELVIS



http://www.elvis.com.au/presley/article-marcoislandpilot.shtml- di Mike Loomis - July 20, 2000



Marco Island il pilota che faceva volare il Re

Dal 1975, Ron Strauss pilotò il Lisa Marie, il grande aereo privato di Elvis Presley, che portava il nome di sua figlia, fino a poco dopo la sua morte avvenuta il 16 agosto 1977
Che fosse per attraversare la nazione per uno dei tanti tour di Elvis o che fosse per fare un volo a tarda note fino a Denver per panini al burro e gelatina, il lavoro era “l’occasione-di-una –volta-nella vita” Dichiara Strauss




The Lisa Marie in Flight

Ad ogni volo, Elvis veniva nella cabina di pilotaggio solo per dire “ciao”, ricorda Strauss. “era una persona molto gentile, un uomo molto brillante ed aveva un carisma incredibile”
L’aereo – un Convair 880 con la radio il cui codice era “Hound Dog” 1” – era un jet per passeggeri della Delta Airlines fino a quando Elvis non lo comprò da un broker, amico di Strauss. Il broker lo aveva raccomandato a Strauss, il quale, avendo familiarità con quel genere di aerei, ne parlò al padre di Elvis, Vernon Presley.

I due si incontrarono a Memphis e, subito dopo, fu finalizzata la trattativa. “Inviarono l’aereo a Dallas e letteralmente lo sventrarono” racconta Strauss.
Vicino ad una dimensione da 707, il Lisa Marie venne fornito di lussuosi alloggi per dormire, un tavolo da conferenze, una sala, due toilettes, una cambusa ben fornita e un bar. “Poteva portare 29 persone al massimo, ma di solito erano in 8 o 10” racconta Strauss
Il primo viaggio fatto sul Lisa Marie è stata una gita da Memphis a Las Vegas, dove Elvis doveva esibirsi. “Per il tour, l’itinerario era stato molto strutturato. Durante i tours, Elvis sarebbe stato on the road per 2 settimane e poi sarebbe tornato a Memphis, qualche volta anche per un mese.”
Strauss che ha pilotato aerei che passano da alianti e biplani a Jets e 767, possiede una certificazione di pilota per il trasporto aereo, la più alta qualifica emessa dalla Federal Aviation Administration. 
Strauss, nativo di Fonda, Iowa, oggi è pilota dei 757 dell’ UPS e possiede un biplano da svago e ricreazione.

Nella cabina di pilotaggio del Lisa Marie, Strauss era in compagnia di un altro pilota Elwood David e dell’ingegnere aeronautico, Jum Manny. Lo staff era a disposizione 24/24 al giorno, ma a causa della sua fama e per ragioni di sicurezza, Elvis raramente volava di giorno. “Poteva chiamarti all’una o le due del mattino e dire “Andiamo”, racconta Strauss.
Strauss ricorda un viaggio a Denver, perché voleva portare sua figlia e alcuni amici in un ristorante famoso per i suoi lussuosi panini-al.burro-e-gelatina. Altri ricordi vanno a Vail, Colorado: “Elvis voleva comprare 5 Cadillac per alcuni suoi amici, ma uno di loro voleva un pickup, così Elvis comprò 4 Cadillacs e un pickup” 
C’erano occasioni in cui i membri dello staff potevano portare con se le loro mogli o parenti, ma Strauss ricorda, in particolare, un viaggio ad Honolulu dove, allo staff fu detto che dovevano dimenticarsi delle loro mogli, perché l’aereo sarebbe stato troppo pieno rispetto alle sue capacità. Quando, lungo la strada, fecero una fermata in California, Strauss e gli altri si accorsero che era stato fatto un conteggio errato dei passeggeri, in quanto c’erano alcuni posti liberi.

Elvis andò in cabina di pilotaggio e si scusò per l’errore, insistendo con Strauss affinchè chiamasse sua moglie Betty e prenotasse un posto in prima classe nel volo successivo da Memphis s Honolulu.
“In verità io non ero così preoccupato della cosa, ma Elvis disse che se non l’avessi fatto, si sarebbe cercato un altro pilota” racconta Strauss ridendo.
Dai giorni in cui pilotava il Lisa Marie, tra i gettoni di Strauss, c’è una catena in oro con l’incisione TCB. Le iniziali stanno per “Take Care of Business” lo slogan dell’organizzazione di Presley che fu dipinta anche sulla cosa dell’aereo. “Elvis la dava alle persone che gli piacevano” racconta ancora Strauss “Dava la catena TCB agli uomini e TLC alle donne”.

Dopo la morte di Elvis, Strauss volò in California a prendere l’ex moglie Priscilla Prealey e l’attore George Hamilton, amico di Elvis di lunga data. Li riportò in California dopo il funerale e poi, in quello fu il suo ultimo volo sul Lisa Marie riportando l’aereo a Memphis.
“Il padre di elvis vendette l’aereo nel 1978 e cambiò proprietari un paio di volte. Quando graceland aprì al pubblico nel 1982, la EPE trattò con i proprietari per cercare di riportarlo a casa e così fu. Nel 1984 Il Lisa Marie fu posizionato a Graceland e, da sempre è una delle più popolari attrazioni “ ci racconta Morgan in un’intervista telefonica da Memphis.
Si trova vicino all’Hound DFog Two, un piccolo jet, che veniva usato per alcuni viaggi di Elvis. Morgan afferma che più del 60% dei 700.000 visitatori annuali di Graceland, fanno il tour sugli aerei.
“Quando Elvis e i suoi genitori lasciarono Tupelo e arrivarono a Memphis per cercare una vita migliore, impilarono ogni cosa che avevano su una vecchia Playmouth” racconta Morgan “Sicuramente gli andò meglio di quando arrivò ”

 


traduzione di Loretta Fornezza



Intervista ad Ann Margret




Premetto che la traduzione di questa intervista è stata fatta solo sulla base audio e non da un testo scritto, quindi certe parole sono risultate difficili da capire. Si è voluto pero’ mantenere fede ai contenuti. Quindi perdonate eventuali errori.



L’intervista è basata su questo video







IN: E.P.! (nel suo giro Elvis veniva chiamato E.) Sembra che tra voi ci fosse qualcosa di molto forte e profondo. Perchè sei così restia a parlarne?. Vuoi proteggerlo?


AN: Oh sì! Era qualcosa di speciale, di molto forte.


IN: Forte in che senso?


AM: La nostra relazione era molto forte, molto seria e molto reale. Siamo stati insieme per un anno. Lui aveva fiducia in me, ma io no. Io pensavo solo alla mia carriera (dice art, ma penso intenda carriera)


IN: Cosa intendi per “fiducia in te”?


AM: Lo conoscevo molto bene.


IN: Tutti nel suo giro e soprattutto tutte le donne con cui ha avuto una relazione affermano di averlo conosciuto molto bene. Tu pensi che abbiano detto la verità sul meglio o sul peggio di lui?


AM: Ci sono state tante cose negative che sono state dette su di lui ed io voglio salvaguardare ed onorare la sua vita. Elvis aveva molte qualità e quello che mi ha fatto estremamente arrabbiare è notare come persone che gli sono state vicine, che hanno vissuto con lui, si siano prese gioco di lui, portandolo alla morte e abbiano scritto certe cose di lui da vivo e ancora dopo la sua morte. Qual è la ragione? Aveva così tante qualità? Perché?


IN: Tu gli salvaguardi la sua vita?


AM: Hai capito? Ritengo che tu lo abbia capito molto bene, perché sei una persona corretta.


IN: Se si fosse allontanato da quel mondo e da certe persone, pensi si potesse salvare?


AM: Ho già condiviso i ricordi dei bei momenti che abbiamo passato assieme con mia mamma, mio papà e i amici miei e così hanno fatto loro.


IN: So che hai ricevuto i fiori a forma di chitarra, da lui quando hai avuto il tuo primo ingaggio.


AM: E’ così irreale! Ricordo………


IN: Perché è così difficile per te parlarne?


AM: Perché sono una persona riservata. Lui era una persona vera! Ricordo che ero nel mio camerino con i miei genitori e una coppia di danesi. Mr. Jorgensen (?) era morto e sua moglie, la signora Jorgensen festeggiava il suo compleanno ed Elvis, che si era sposato da poco, disse: “cantiamole insieme Happy Birthday”. Era così sensibile e riservato e riteneva che fosse un dovere rispettare gli altri…. Amava la famiglia.


IN: Amava molto anche sua nonna?


AM: Sì. Amava la famiglia, i suoi genitori, e amava sua figlia così tanto….


IN: Che cosa pensi di tutti quegli artisti che lo “imitano” o quei mediocri intrattenitori che lo impersonano? Ce ne sono tanti, tantissimi e ce n’è anche di alto livello, molto alto, ma nessuno è come lui, nessuno ha il suo stile.


AM: ……………..(non capisco) Mi fa impazzire quando dicono: ha iniziato questo, ha iniziato quello…..Perchè dicono queste cose…. E’ ridicolo!


IN: Questa domanda è importante, perché tu lo conoscevi. Quale’ la differenza tra le due cose: Aveva bisogno ed era cosciente di avere quella necessità, di circondarsi tanta gente che si rivolgesse a lui?


AM: No, no Ero io che volevo questo per lui.


IN: Perche? Perché volevi che traesse una sua gratificazione ad avere tutto ciò? Lui era cosciente che gli altri potessero saperlo?


AM: sì.


IN: Lo sapeva. Cos’altro sapeva?


AM: (qui non capisco cosa dice esattamente Ann Margret, ma credo non voglia approfondire)


IN: Ma in questo modo non poteva essere selettivo. Non poteva capire chi lo apprezzava e chi no.


AM: Lo so.


IN: Si sa che lui era un’icona americana e tu hai conosciuto questa realtà nella vita privata, più di quello che possiamo saperne noi di queste cose. E’ una cosa straordinaria, come, con la sua morte, la gente abbia iniziato a dire “Hey, a proposito dei tuoi amici, E. perché non l’hai visto e non hai detto qualcosa prima? Avevi la possibilità e la posizione di dire la tua. E’ crudele, ma viene da pensare che a questo punto lui era un estraneo tra loro. Ed è sorprendente come possa apparire così stupido da essere arrivato alla morte, perché gli è venuta a mancare la terra sotto i piedi.


AM: Sì gli è mancata la terra sotto i piedi.


IN: Sembrava che stesse dicendo…. Sto morendo, è il giorno in cui tu nasci e io sto per morire. Lui se ne stava andando ed era come se continuasse a vivere senza rendersi conto di quanto gli fosse difficile vivere.


A questo punto, Ann Margret fa un nome (incomprensibile per me) e l’intervistatore chiede se lo conosce e Ann Margret risponde “ Non l’ho mai incontrato”


L’intervista finisce così!


Traduzione di Loretta Fornezza



ELVIS: WHAT HAPPENED?



Fonte: http://www.elvis-friends.it/EP_WORLD/MEMORIES/ep_memories_happened.htm

ELVIS: WHAT HAPPENED?

Le Guardie del Corpo Vuotano il Sacco


Quattro giorni prima della scomparsa di Elvis Presley apparve in edicola un libro in edizione economica con un titolo interrogativo:


ELVIS WHAT HAPPENED? che letteralmente vorrebbe dire “Elvis, cosa è accaduto?”

Questo libro scritto dall'australiano S.Dunleavy della World News Corporation dell'editore R. Murdoch, contiene le confessioni di tre ex guardie del corpo di Elvis.


Si tratta di Red West, un amico di Elvis dai banchi di scuola, un tipaccio grande e grosso dai capelli rossi, estremamente permaloso, sempre pronto alla rissa.
Ha partecipato come comparsa in diversi films di Elvis, sempre nella parte del cattivo, e lo si può ben notare nel video Aloha from Hawaii, sulla jeep che accompagna Elvis con una giacca a righe sgargianti.
Ultimamente spesso lo si vede in telefilms famosi negli States, in interpretazioni secondarie, (telefilms fra cui T.J.Hooker, A-Team o Professione pericolo).
Forse fra i tre è quello che dopo il licenziamento dall'entourage di Elvis, se l'è cavata meglio.
Sonny West, cugino di Red, bel ragazzo anch'egli ben piazzato, stessa mania per le scazzottate, come carattere un po' più viscido e fra i tre il più vendicativo nei confronti di Elvis ed infine Dave Hebler esperto e profondo conoscitore di arti marziali, naturalmente maestro di Karate, pratica sportiva amata alla follia da Elvis.
Questi tre furono membri influenti della "Mafia di Memphis", quel gruppo che per anni ha attorniato Elvis dal suo congedo dall'esercito avvenuto nel 1960.
Il pretesto che giustificava il loro licenziamento nel Luglio del 1976 da parte di Vernon Presley, padre di Elvis fu "una riduzione delle spese" e questo fu difficile da accettare soprattutto per i due cugini West che servirono Elvis e famiglia rispettivamente per 20 anni (Red) e 16 (Sonny).
Per minor tempo rimase in lista paga Dave, solo 3 anni.
Il libro tascabile, alla portata di tutti, apparve presso la Ballantine Books ed era farcito di precisazioni ed aneddoti riguardanti la presunta storia di droga che Elvis aveva dal periodo del servizio militare in Germania.
Secondo le indicazioni dei tre, Elvis avrebbe fatto un uso eccessivo tanto di eccitanti quanto di calmanti nel corso della sua carriera, si racconta anche l'episodio in cui Elvis provò l'LSD (successivamente confermato nell'85 dalla moglie Priscilla Beaulieu Presley nel libro "Elvis and me" )
Infine per rendere ancor più interessante il tutto si racconta di un incidente avuto con una fan finito in modo drammatico.
Il libro inoltre svela la mania che Elvis aveva per le armi di piccolo e grosso calibro, la passione per i distintivi dei corpi di polizia di mezza America, e la fobica paura di essere sempre al centro di un attentato.
Altre storie più o meno interessanti vengono narrate, per esempio la dimostrazione del suo disprezzo nei confronti dei cantanti suoi colleghi concorrenti (uno dei tanti strani e leggendari episodi raccontati è quello in cui Elvis dopo aver assistito all'esibizione del cantante Robert Goulet; tanto fu il suo disappunto che prese a revolverate la serie di televisori che trasmettevano lo show).
Altra passione o mania che dir si voglia, era il suo fascino di fronte alla morte.
Elvis si sarebbe introdotto più volte con degli amici in una camera mortuaria ed avrebbe fatto un corso sui processi di imbalsamazione servendosi di cadaveri.
Tutto ciò a mio avviso estremamente poco credibile, ma comunque di ben poco interesse, se vogliamo paragonarlo al ben più interessante lavoro intrapreso da Elvis in sala di registrazione nel corso degli anni.
Altro punto focale del libro redatto da Dunleavy, su suggerimento dei tre sfortunati dipendenti della famiglia Presley, è il discorso contorto dei desideri sessuali di Elvis, prima , durante , e dopo il suo matrimonio con Priscilla.
Infine (per concludere in gloria) il libro ritrae Elvis, uomo geloso, distrutto dai rimorsi, nei confronti del matrimonio fallito, ed infine perfido mandante di spietati killers a sangue freddo, per l'assassinio del karateca Mike Stone, prima amico di Elvis, poi diventato amante di sua moglie, assassinio che non sarebbe mai avvenuto.
La stampa naturalmente s'impossessò immediatamente delle notizie più interessanti riguardanti il rapporto che Elvis avrebbe avuto con la droga, questo anche perché nel corso degli anni e della carriera di Elvis Presley non fu mai al centro di episodi così negativi che lo riguardavano così intimamente.
Dunleavy apparve in diverse trasmissioni televisive di informazione e a tavole rotonde e più volte calcò la mano sul problema che Elvis aveva con i farmaci , e spesso utilizzava in pubblico appellativi poco educati (suggeriti fra l'altro da Sonny West) nomignoli del tipo di "farmacia ambulante".
D'altro canto c'era comunque gente che non voleva credere a tali notizie, per esempio un certo Geraldo Rivera, animatore di una nota emittente televisiva, negò la veridicità delle notizie scritte nel libro, affermando d'aver incontrato Elvis di persona nel 1973 a Portland nell'Oregon e che non era certamente nel modo più assoluto sotto l'effetto della droga.
Alla resa dei conti ci si chiedeva se Elvis fosse stato irritato dall'uscita del libro, del resto nel testo si citava Elvis che si diceva del tutto indifferente alla cosa, ma Sonny West ribadì tale atteggiamento poco veritiero confidando alla famosa rivista Rolling Stone che un detective privato che lavorava per lui, gli propose un accomodamento.
Sembrerebbe che chi al tempo si occupava di Elvis avesse intenzione di scoraggiare l'autore a scrivere il libro e si vociferava di un risarcimento visto che al momento del licenziamento i tre ebbero un preavviso di soli tre giorni ed il salario di una settimana.
In seguito al rumoreggiare dell'opinione pubblica le tre ex guardie del corpo convocarono una conferenza stampa negli uffici del loro avvocato a Beverly Hills Red West divenuto un attore nella serie televisiva “Baa Baa Black Sheep”, si trovava sul set e non vi partecipò.
Nella conferenza ribadirono più volte che non vennero spinti dal rancore o dalla rabbia o per sfruttare Elvis , scrivendo questo libro , ma bensì da altre nobili motivazioni.
"Noi abbiamo solo idee positive in testa" disse Hebler, West dal canto suo si dolse che la stampa insistesse tanto sulle rivelazioni fatte riguardo alla droga, e biasimò Dunleavy che aveva raccolto le loro confessioni, e le aveva tramutate in un unica storia di droga e depravazione.
Sempre secondo West la vera motivazione del libro era il raccontare tutta l'ammirazione ed il rispetto che avevano i tre nei confronti di Elvis.
Un'analisi più accurata del libro mostra comunque non di meno che questo ha delle informazioni sulla droga in almeno 9 dei 22 capitoli , altri capitoli relazionano degli incidenti violenti, altri invece raccolgono informazioni biografiche e degli aneddoti nei quali la generosità largamente elargita da Presley di fronte ai suoi amici o a degli estranei, come il suo attaccamento per la madre defunta Gladys appaiono chiaramente.
Ma molte di queste note che esprimono "l'attaccamento e l'ammirazione" sono in relazione con delle immagini negative di Presley vedi per esempio le spedizioni punitive nei confronti di Mike Stone e così via dicendo.
Un altro esempio: "Ho riso molto con Elvis, ci siamo spesso divertiti molto“ dice Red “ma ho vissuto anche dei brutti momenti con lui. Elvis è cambiato in modo disgraziato, durante tutti questi anni........ma ho imparato ad amare questo figlio di cane e malgrado tutto può darsi che lo ami ancora ...."
West e Hebler apparentemente scossi dalla morte di Presley, dopo la dipartita del cantante non manifestarono alcun interesse per ciò che concerneva la vendita del libro.
Il venerdì 19 agosto 1977 , Ballantine annunciò che una delle grandi catene di magazzini ne aveva ordinate due milioni di copie!
La World News Corporation fece con loro un accordo che West spiegò come "un contratto esclusivo stipulante" per il quale Red disse: “noi non parleremo di questo affare con nessuno per due anni, a meno di essere arrivati ad un altro accordo".
Nello stesso tempo la National Star e il New York Post di R. Murdoch pubblicarono degli estratti del libro.
Ma durante la conferenza stampa, i reporters, la maggior venuti dalla televisione ebbero diritto a delle pubblicazioni del Ballantine ed un agente letterario disse che sperava che essi potessero presto intrattenersi individualmente con persone della stampa:"Ciò non potrà che aiutare il libro", spiegò. 


LA CONFERENZA STAMPA

Sonny: Abbiamo deciso di organizzare questa conferenza stampa in quanto abbiamo letto un certo numero di fatti sul resoconto fatto di questo libro che non ci sono piaciuti; noi oggi vogliamo presentare nuovamente il libro sotto la sua vera luce, e spiegare gli avvenimenti come realmente sono avvenuti.
 
Press: Come appaiono allora le cose sotto la loro vera luce?

Sonny: La verità è che noi abbiamo amato quest'uomo, è la pura verità. Vi dico che nessuno può essere più scosso per la morte di Elvis di me, e lo penso dal più profondo del cuore. Abbiamo cominciato a scrivere questo libro un anno fa, ed era già pronto, non abbiamo aspettato la sua morte per pubblicarlo.

Press: Ebbene, se avete realmente amato quest'uomo perchè avete deciso di esporre tutte quelle notizie e renderle accessibili all'opinione pubblica?

Sonny: Beh! se voi provate a leggere il libro, vi accorgerete che questa storia della droga non è la più importante, ma bensì, le cose che abbiamo vissuto assieme, i bei momenti che abbiamo avuto in comune ed il modo in cui noi (che gli eravamo più vicini) bbiamo risentito per il cambiamento dovuto agli psicofarmaci, quando queste droghe lo hanno trasformato in una persona totalmente differente. Da quando lo conosco Elvis per far fronte a se stesso ha sempre avuto bisogno di una provocazione. Lo fece nel 1973 quando il suo peso era diventato un problema. Doveva fare uno show trasmesso via satellite in 25 paesi, un miliardo di telespettatori, cominciò una dieta e scese intorno ai 75 Kg era nella nella miglior forma, tale quale non era mai stato da parecchio tempo. Fece uno show alla dinamite poi fece marcia indietro e continuò come prima. Egli amava apparire sulla scena, ma durante tutto questo tempo non mise piede su una scena.Io penso che l'uomo era semplicemente disincantato e che in fondo volesse fare qualcosa di completamente differente. Acquistò delle cose pazze e dei giocattoli , come ad esempio dei tricicli per girare per Memphis anche per solo un'ora o qualcosa di simile, giusto per uscire. Penso che quest'uomo vivesse in barriere strette,poteva trovarsi nel bel mezzo di una folla ed essere solo. Era uno degli uomini più soli che abbia mai conosciuto nella mia vita. Noi provavamo ad essergli vicino, a proteggerlo e volevamo vederlo sempre felice il più possibile. Giuro su Dio che è quello che volevamo!

Press: Sonny, voi dite che non potete capire perchè ha fatto quello che ha fatto. Che volete dire? 

Sonny: Perchè si è drogato? Presumo per noia. 

Press: Di quali droghe si parla di fatto?

Sonny: Parliamo di eccitanti e di calmanti, di sonniferi, di cose come il Demerol.

Press: Consumava droghe in modo costante?

Sonny: Non faceva che ricominciare e smettere. Dopo un contratto a Las Vegas non poteva nei primi giorni far altro che prendere dei sonniferi e degli eccitanti e tutte quelle cose. I primi due giorni egli era completamente sotto l'effetto del Demerol era seduto e non riusciva neppure ad aprire gli occhi.

Press: Da quanto tempo faceva uso di quelle droghe?

Sonny: Lui stesso ci ha detto che un sergente in Germania gli ha dato della benzedrina e della dexedrina per la prima volta quando faceva le manovre nella neve al freddo, costui non voleva che i suoi ragazzi si addormentassero e si congelassero. Quando tornò in patria ed io cominciai a lavorare per lui nel 1960 egli era appassionato di Karatè. Aveva imparato questo sport da combattimento sotto le armi, ed io facevo da sparring partner, egli cominciò a mangiare molto, iniziammo a girare films giocavamo a Conejo con 38° al sole ed ilo regista non capiva come facessimo, erano gli eccitanti.
Press: Pensate che la morte di Elvis sia dovuta a morte naturale o ad un'overdose?
Sonny: Non lo so, ma suppongo che l'uno ha tirato l'altro. Non sono un medico, ma presumo che ciò porta ad una distruzione fisica se qualcuno prende per un discreto periodo di tempo , una buona dose di medicine.

Press: Ci sono dei rapporti che dicono she egli non facesse solo uso di cocaina ma anche di altre cose ancora più pesanti.

Sonny: No, no lo giuro su Dio che non l'ho mai visto prendere dell'eroina. Mai. Credo che ne avesse troppa paura .Si sentiva manipolato in un certo modo , ciò lo portò ai calmanti. Quando vedeva i suoi films si rammaricava del fatto che sulla scena parlava troppo in fretta, la cinepresa così impersonale lo bloccava, mentre invece dal vivo tutto funzionava vecchio mio. In fondo era un timido ed io penso che abbia cominciato con quegli espedienti perchè gli davano della sicurezza.

Press: Ha mai preso delle droghe illegali?

Sonny: No i soli farmaci di cui io sia venuto a conoscenza li otteneva su ordinazione medica, ma in tali quantità, Cristo aveva tante di quelle medicine!..............

Press: E come arrivò alla cocaina?

Sonny: La cocaina faceva parte delle medicine. Nel libro si racconta di un episodio nel quale mio cugino Red ha tentato di far finire questa storia rompendo se non sbaglio un dito di un piede a Joe, cercando di fargli paura. Quando Elvis lo venne a sapere convocò mio cugino e Joe in una camera dell'Hotel dove alloggiavamo (eravamo on tour) e disse che da quel momento situazioni simili non sarebbero più dovute accadere, poi si rivolse a Red e disse non lo dimenticherò mai, ne ho bisogno vecchio mio ne ho bisogno!!!! Il fatto grave era che tentarono di tagliare la cocaina con della polvere di Borax che diminuiva l'effetto della droga così che Elvis pian piano non sentisse più bisogno di farne uso, Elvis non vide ciò come un aiuto ma come un tradimento un raggiro.

Press: Può essere che Elvis si servisse di più medici per avere a disposizione farmaci in tale quantità?

Sonny: Ciò nella stessa città senza che essi lo sapessero?

Press: Esatto!!

Sonny: E' perfettamente possibile!!!!

Press: Lo scrittore del vostro libro Dunleavy ha definito Presley una farmacia ambulante, lo si può definire così?

Sonny: No certo che no, aveva i suoi sonniferi aveva i suoi calmanti usava cocaina, ma terminato il suo show rientrava subito in albergo, fate conto che per due settimane si recava solo in scena in aereo ed in albergo, si annoiava a morte , ma quando era sulla scena non ha mai dato segni di squilibrio era sempre il Re e lo dimostrava sempre! Egli amava indubbiamente ciò che faceva.

Press: Signor Hebler, siete daccordo?

Dave: Certo

Press: Siete stato testimone di tutto ciò?

Dave: Preferirei rispondere in accordo con tutto ciò che ha detto Sonny, ma non nascondo la mia inquietudine su questo fatto della droga!! Noi abbiamo vissuto con lui gli abbiamo voluto bene e lui a noi, con questo libro volevamo mostrare più precisamente quello che è stato il suo essere Elvis Presley The King non ci interessano regolamenti di conti, ne rivendicazioni.

Press: Non avreste potuto impedirgli di fare tutte quelle cose?

Dave: E come? 

Press: Vi aveva assunto per proteggerlo.

Dave: Certo ma mi spiega come si fa a proteggere un uomo da se stesso?

Sonny: Neanche suo padre ci era riuscito.

Press: Elvis era felice quando lo avete lasciato? era un uomo felice?

Dave: Non penso, penso che fosse molto tormentato, doveva sempre e comunque interpretare se stesso anche in privato e ciò deve essere stato molto pesante e stressante. Egli era vittima della sua immagine, della sua leggenda.

Press: Vi pentite d'aver scritto questo libro? che effetto avrà secondo voi la sua morte sulla vendita del libro?

Dave: Non mi pento per aver collaborato a scrivere questo libro, è il momento dell'uscita che ha involontariamente coinciso con la sua morte, non vorremmo passare da sanguisughe. Non vogliamo trarre profitto dalla sua morte.

Press: Secondo l'ispirazione del momento Elvis aveva l'abitudine di fare acquisti e regali costosissimi secondo voi perchè?

Sonny: Egli adorava vedere l'espressione delle persone a cui faceva regali lo eccitava da morire gli dava gioia.

Press: Pensate che le droghe avessero un rapporto con ciò?

Sonny: Certamente che no , era solo un momento, voleva dividere la gioia che aveva nel donare con coloro che ricevevano. Un giorno lesse sul giornale la storia di un’invalida di colore di Memphis dei suoi stenti e della sua miseria. Lo accompagnammo sino da lei gli regalò una carrozzella elettrica la più cara sul mercato dei soldi ed altre cose, insomma potete immaginarvi lo stupore dei familiari di questa donna nel vedersi arrivare in casa in maniera così insolita tanti doni, e sopra tutto con a seguito Elvis Presley a portarli. Insomma lui era fatto semplicemente così.

Press: Come ha reagito Elvis al vostro libro?

Sonny: Disse che il tutto gli era indifferente.

Press: Quale è stata la motivazione di fondo che vi ha spinto ha convocare questa conferenza stampa?

Sonny: Prima di tutto per smentire ciò che si dice in certe trasmissioni televisive, volevamo esprimere il nostro vero punto di vista e che nonostante tutto noi amiamo ed ammiriamo ancora quest’uomo. Anche se ci ha fatti licenziare con un preavviso di soli tre giorni e la paga di una settimana dopo 20,16,e 3 anni per Dave di servizio, e poi per il fatto che non ha nemmeno voluto vederci, ci ha fatti liquidare da suo padre Vernon, senza preoccuparsi delle nostre famiglie che dovevamo mantenere.

Press: Perchè vi ha licenziato?

Sonny: La scusa fu una riduzione delle spese, ma io penso che fu per quel casino che conbinai a Lake Tahoe. Strapazzai un pò troppo un tipo che sfondata la porta del nostro locale frugò fra le nostre cose, e quando infine lo portammo al commissariato lui disse che Elvis lo gonfiò di una ventina di colpi di karatè, il che giuro su Dio non era affatto vero!

Press: Questo libro allora è falso?

Sonny: No è tutto assolutamente vero, è la pura verità.

Press: Perchè in questo momento non siete a Memphis? 

Sonny: Abbiamo saputo che Vernon non vuole vederci.

Press: Insomma avete scritto questo libro secondo voi per aiutare Elvis a ricredersi e a mettere ordine nella propria vita!

Dave: Potete scommetterci; una delle ragioni era quella poi perchè insomma il modo con cui si e sbarazzato di noi non fu molto corretto, e credetemi ci trovammo in mezzo alla strada con una famiglia a carico, cosa dovevamo fare? lavorare come controfigure a 40 anni?

Sonny: Volevamo fargli capire che era un uomo che aveva il mondo in pugno, e che tutto gli era possibile, in ogni caso era così agli inizi, ma le droghe lo privarono di tutto...



http://www.elvis-friends.it/EP_WORLD/MEMORIES/ep_memories_happened.htm
Traduzione di Andrea Marcandalli