★★★ THIS IS ELVIS ★★★: Chuck D
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ELVIS NON ERA RAZZISTA

Il Rapper Chuck D su Elvis
di Bernard Tanner Jr

Bernard Tanner Jr
Welcome to EIN (elvisinfonet.com)
Traduzione di Loretta Fornezza


Nel 2005 Piers Beagley di EIN, si espresse su Elvis, dando uno sguardo approfondito sul suo background e le sue influenze culturali, scoprendo un uomo che non solo aveva aiutato la comunità nera locale, ma che era stato anche una figura chiave nell'integrazione razziale della musica popolare.

Come disse James Brown, "Lo amo e spero di vederlo in cielo. Non ci sarà mai più un altro come quel fratello di anima" e Muhammad Ali, "Elvis Presley era l'uomo più dolce, più umile e più gentile che si potesse incontrare."

Ora, nel 2012, il buon amico di EIN Bernard Tanner Jr. ci ha inviato una bellissima lettera spiegandoci la sua reazione di fronte a giovani adulti di Altanta (Georgia), sua città natale, che accusano Elvis di essere un razzista.

Dice.. "Il mio rifiuto di fare marcia indietro contro le loro appassionate ma sbagliate accuse di bigottismo razziale nei confronti di Presley li ha scioccati ...... E (spesso) ciò che si perde in questi argomenti è il fatto che era dotato in modo soprannaturale sia come esecutore che come cantante e che ha contribuito alla costruzione culturale e musicale afro-americana, dando a questi idiomi musicali, non solo una più ampia accettazione, ma soprattutto rispetto e legittimazione in maniera celestiale!
Chuck D

In primo luogo il presunto "commento razzista" di Elvis del 1957, che spesso viene citato, non è mai stato verificato e sembra altamente improbabile vista la tempistica, ma prova ne è il profondo coinvolgimento di Elvis con la musica nera dell'epoca.

Questo fu solo uno di quel tipo di bollino scandalistico che purtroppo sarebbe continuato ben oltre la sua morte. Infatti il pettegolezzo avrebbe dovuto fermarsi all’istante, visto che, sul set di Jailhouse Rock, in merito a tale dichiarazione, Elvis venne contestato direttamente e personalmente dal reporter Louie Robinson per 'Jet' il giornale nero, dove Elvis onestamente rispose: "Non ho mai detto niente del genere, e le persone che mi conoscono sanno che non l'avrei detto."

In secondo luogo la citazione di Chuck D (tratta da Public Enemy, Fight The Power) è tuttora regolarmente usata per denigrare Elvis, senza essere mai stata pienamente spiegata. Quello che Chuck D dice in realtà (qualora qualcuno si degnasse di chiederglielo o controllare i fatti) è che ciò che realmente non gli piaceva era il "genio offuscante della cultura" di Elvis. Questo perché succedeva che, al tempo, la musica era nelle mani di un'industria musicale razzista che, in quel momento specifico, era affamata di avere un artista bianco che avrebbe potuto suonare musica nera. Chuck D in effetti concorda e dice che, "Elvis era una porta, un cancello che attraversano le radici. All'inizio della sua carriera Elvis aveva ammesso le sue radici, ma non era importato a nessuno"

Il seguente interessante messaggio è stato postato sulla bacheca FECC, da Lekeisha:
“ Mi stavo sintonizzando su un canale quando mi sono imbattuto in questa discussione sulla musica nera e la cultura pop con Chuck D e parlando di Elvis, razza e cultura pop, l’ha definito un brillante genio musicale. Chuck D è lo stesso che, nella sua canzone "Fight The Power", aveva inserito il famoso commento "Elvis era razzista"

D stava spiegando come non intendesse definire Elvis un razzista in generale, bensì si riferiva all’immagine con cui gli Americani bianchi dipingevano Elvis, cioè come questo dio bianco della musica. Comunque sosteneva Elvis e diceva che la storia del VERO Elvis deve ancora essere raccontata. Voleva sapere come mai dell'uomo viene glorificato Elvis, mentre le sue radici vengono tuttora ignorate. In altre parole, voleva sapere perché i musicisti neri che hanno aperto la strada ad Elvis e lo hanno ispirato vengono sempre messi dietro e vengono ignorati, mentre si attira tutta l'attenzione sulla sua influenza sulla musica country, quando tutti sappiamo che, nella sua vita e nella sua carriera, furono proprio la musica e la cultura nera ad avere la più grande influenza.

D raccontava di aver recentemente ascoltato un'intervista ad Elvis, fatta a metà degli anni '60, ma mai rilasciata prima ed era rimasto colpito dalle dichiarazioni di Elvis di voler fare, prima di morire, un album di blues, come tributo ai suoi idoli.
Diceva anche che Elvis ha fatto alcune grandi cover di blues che erano state tenute nascoste dalla casa discografica che puntava più alla commercializzazione del suo status di "idolo americano", omettendo di rivelare che i suoi successi erano cover di artisti neri. Ha anche aggiunto che quando pensa al "vero Elvis" ripensa alla Sun e al ’68 Comeback. Questo era il vero Elvis!! Ha inoltre definito le sessioni di Memphis del '69 il suo più grande lavoro dopo la Sun, in quanto musica vera e non prodotta. Penso che volesse dire che non era una musica "hit making" (trad. Per farne un successo), ma più di una raccolta personale di un Elvis alla ricerca delle sue radici. Almeno questo è ciò che sembrava.

Elvis con Brook Benton coautore della canzone 'Doncha' ThinkIt's Time'

Sono d'accordo con quello che ha detto! Quando si racconta la storia di Elvis nei documentari. l'influenza della musica nera viene messa da parte e in qualche modo ignorata. Forse un giorno Chuck D, in persona, vorrà raccontare la "storia vera" e chiarire l'aria che circondava Elvis, smascherando quella falsa immagine del razzista, con cui è stato ritratto, quando invece faceva parte della nostra comunità. È l'unico modo affinché possa essere accettato come una persona positiva nella comunità nera. A maggior ragione se questo viene detto da una persona di colore con conoscenze storiche. Mi sembra che Chuck D potrebbe essere quello giusto.

E prima che qualcuno di voi mi attacchi ritenendomi in qualche modo un suo sostenitore ... dico: non lo sono. Non mi interessa la sua musica o qualsiasi altra musica rap. Non sono un fan del rap."

(Fonte: FECC, 15 Dicembre 2005)


Elvis con: a destra, Bobby Bland & Junior Parker (che scrisse 'Mystery Train'). Nonostante Elvis non abbia mai registrato nessuna canzone di Bobby Bland, egli venne molto influenzato dall’artista di Beale Street Blues che aveva registrato oltre 60 hits nelle classifiche di R&B ed era amico di vecchia data di B.B King.

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Traduzione di Loretta Fornezza